Mentre assistiamo alle mutazioni del virus e sulla efficacia dei vaccini necessari a debellare le diverse varianti, c’è una nuova variante, silenziosa, che in questi due anni sta infettando il tessuto economico e sociale del paese offrendo un’incredibile occasione di guadagno.
È la variante “criminalità” i cui sintomi e segnali si presentano nei numeri di alcuni reati spia, nelle interdittive che colpiscono le aziende, nelle frodi informatiche, nelle truffe sui ristori, sui bonus edilizi, sulle aziende in crisi e a rischio fallimento.
Libera e Lavialibera presentano il dossier “La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità” nel quale sono stati elaborati dati e analisi delle Forze dell’Ordine, del Ministero dell’Interno e degli studi e rapporti sul riciclaggio della Banca d’Italia.
Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.
Ritornando al Dossier presentato, per fotografare l’andamento del contagio della variante “criminalità” e per analizzare il diffondersi dell’infezione mafiosa all’interno del Paese, sono stati elaborati i dati relativi ad alcuni reati spia (interdittive, segnalazioni sospette dell’Uif, reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche) ovvero di quelle condotte che riflettono in sé il pericolo di infiltrazione mafiosa.
Per i singoli reati sono stati messi a confronto i dati complessivi del biennio pre-pandemico 2018/19 con il biennio 2020/21 caratterizzato dall’emergenza.
È stata elaborata per ogni regione la variazione percentuale tra i due bienni per i singoli reati.
In base al rialzo legato diffondersi della variante “criminalità” abbiamo posizionato le regione in:
- zona rossa (massimo rischio dove si è registrato un incremento percentuale tra il 26-100%),
- zona arancione (alto rischio dove si è registrato un incremento percentuale tra il 11-25%),
- zona gialla (rischio moderato dove si è registrato un incremento percentuale tra il 1-10%),
- zona bianca (rischio basso dove si è registrato un calo di percentuale).
L’analisi dei dati rileva un boom di delitti informatici durante il biennio della pandemia (+38%) con 14 regioni in zona rossa.
Primato alla Basilicata (+83%), seguita da Sardegna (+63%) e Campania (56%).
Tre le regioni in zona arancione (Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte), due in giallo (Liguria e Marche) e una in zona bianca (Molise).
L’incremento nel 2021 è pari all’11% rispetto al 2020.
Si mantiene stabile l’andamento dei reati di usura (solo +1,3%) nel biennio pandemico rispetto al biennio 2018/19.
Sono 11 le regioni in zona bianca che hanno registrato una diminuzione dei reati usura nel periodo pandemico rispetto al biennio 2018/19.
Sono cinque le regioni in zona rossa localizzate soprattutto nel centro Italia.
Sono due le regioni in zona arancione e due in zona gialla.
I maggior incrementi vengono segnalati in Basilicata (500%), Friuli Venezia Giulia (133%), Marche (33%) e Puglia e Lazio (32%).
Da segnalare che nel 2021 questo tipo di reato ha registrato un calo del 40% rispetto al 2020.
Ecco i grafici relativi ai delitti informatici e ai reati di usura.