Curva dei contagi covid in calo in Italia.
È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità.
Infatti, calano sia l’indice Rt, che nella settimana dal 16 al 29 marzo si attesta a 1,15 (rispetto a 1,24 della settimana precedente), sia l’incidenza a livello nazionale, che si attesta invece a 776 ogni 100.000 abitanti nella settimana dal 01/04/2022 al 07/04/2022 (rispetto a 836 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente).
Stabile l’occupazione delle terapie intensive mentre sono in lieve crescita i ricoveri ordinari.
Nel dettaglio, l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici pari a 1,15 questa settimana ha un range che varia tra le regioni da 1,04 a 1,30, in diminuzione rispetto alla settimana precedente ma ancora sopra la soglia epidemica di 1 anche nel limite inferiore.
L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero invece rimane costante a 1,03 con range più circoscritto che va da 1,00 a 1,05 nella settimana.
Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, il tasso di occupazione in terapia intensiva dei malati covid è stabile al 4,7%, metre il tasso di occupazione in aree mediche no critiche a livello nazionale sale invece al 15,5%.
Solo una Regione è classificata a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza.
Per quanto riguarda la Basilicata, come emerso dal rapporto della Fondazione Gimbe, sono ancora sotto soglia di saturazione i posti in terapia intensiva
Inoltre undici Regioni o province autonome sono classificate a rischio Moderato, di cui due ad alta probabilità di progressione verso il rischio alto e le restanti Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso.
Undici Regioni/PPAA riportano almeno una singola allerta di resilienza. Due Regioni/PA riportano molteplici allerte di resilienza.
Il monitoraggio dell’andamento della pandemia covid indica che la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione (13% vs 14% la scorsa settimana).
È in lieve aumento anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% vs 37%), mentre diminuisce lievemente la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% vs 49%).