“Casa delle tecnologie, si ripristini la destinazione di un’area che era verde.
Senza scomodare i clamori dei riflettori accesi dalle vicende giudiziarie, il cui esito riguarda l’operato della magistratura, pende un altro giudizio su questa vicenda: è di carattere politico.
Riguarda il controverso utilizzo di un suolo all’imbocco di piazza degli Olmi.
Per la precisione, l’area verde è quella individuata in via Ettore Maiorana.
Fu prescelta per destinarla a un’iniziativa che tale è rimasta, ovvero sulla carta, per la ragione che non verrà mai realizzata.
Brutto il progetto “scatolare”, ma contraddittoria anche la scelta urbanistica, chiaramente contro la logica di chi, a parole, ha predicato per anni il mantra del “consumo di suolo zero”.
C’è voluta infatti una variante al piano regolatore per forzare l’indirizzo in chiave edificatoria, con la conseguente frettolosa previsione che la struttura avrebbe dovuto essere completata a settembre di quest’anno.
Cronoprogramma impossibile da rispettare e ormai consegnato, come tanti altri progetti simili, alla memoria delle cronache amministrative della città.
Non è che al tempo delle decisioni maturare tra pochi intimi la cosa venne vissuta nel silenzio, nell’indifferenza generale.
Anzi, numerose furono le prese di posizioni relativamente a un provvedimento approvato in zona Cesarini, durante una delle ultime convulse sedute del Consiglio comunale della precedente amministrazione.
Perplessità sollevate non senza ragione.
L’area, un tempo destinata alla realizzazione di un mercato ortofrutticolo, rientra in una zona già carica di volumi.
Molto cemento, poca qualità urbana.
È prossima a via dei Normanni, e il suolo individuato era rimasto uno tra i rari fazzoletti verdi in grado di dialogare in termini meno impattanti con la vicina piazza degli Olmi.
Che fare?
Adesso che il progetto ha deciso di battere altre traiettorie esecutive è il caso di attuare un doveroso ripensamento e ripristinare la destinazione d’uso precedente.
È giusto ed è normale che torni ad essere un’area verde, il Consiglio comunale è chiamato a restituire il suolo alla auspicabile fruizione a favore della comunità, evitando possibili preventive soluzioni alternative, inutili e pasticciate”.
È quanto dichiara Pasquale Doria, esponente di “Matera Civica”.