Dichiara il Movimento Civico Matera2029, per il tramite del suo esponente Antonio Esposito in una nota con la quale denuncia la chiusura dell’ambulatorio di cardiologia sociale:
“Il progetto Matera Cardiosicura va ampliato, non umiliato”.
Ci allarma e preoccupa non poco la notizia della chiusura dell’Ambulatorio di Cardiologia sociale attualmente ospitato nella casa di riposo “Brancaccio”.
Chiusura ordinata dal Comune di Matera all’Associazione Materana Amici del Cuore, società di riferimento sulle tematiche e fruitrice dei locali oltre che fondatrice dell’importante progetto di assistenza medica pubblica, volontaria e gratuita, particolarmente utilizzato dalle fasce deboli della popolazione.
Come Matera2029 abbiamo preso “a cuore” questa vicenda e ci impegneremo fino in fondo affinché si riesca a trovare una soluzione idonea in grado di garantire la naturale prosecuzione delle attività dell’Associazione e tutelare la salute e la vita di migliaia di cittadini.
E’ urgente, a nostro avviso, rinnovare il Protocollo Matera Cardiosicura per non perdere i 10 defibrillatori collocati nei punti strategici della città ed è indispensabile garantire all’Associazione Materana Amici del Cuore spazi idonei che rispettino contestualmente i parametri imposti dalla normativa sanitaria, per svolgere al meglio le sue attività, senza che ovviamente le spese di fitto dei locali gravino su di essa, visto che parliamo di un servizio per la cittadinanza che viene offerto in modo volontario e gratuito.
Il Comune non rinvii oltre e risolva il problema senza indugi.
Matera, già messa in ginocchio a livello sanitario e vittima negli ultimi anni di una cattiva gestione regionale della sanità pubblica che ha causato lo smantellamento e il depotenziatamento dell’Ospedale Madonna Delle Grazie, presidio e riferimento sanitario di tutta la provincia che vive tutt’ora una situazione di assoluta emergenza, ora dovrà rinunciare anche all’ambulatorio di cardiologia.
Con esso a rischio anche il progetto “Matera Cardiosicura” con la rete dei 10 defibrillatori distribuiti in città.
Auspichiamo che il Sindaco Domenico Bennardi e la sua guida a 5Stelle diano seguito alle promesse fatte nelle scorse settimane al Presidente della Associazione Amici del Cuore Paolo Loiodice e si adoperino fin da subito a garantire luoghi nuovi e idonei locali per proseguire la propria attività senza che essa venga sospesa.
Il tema è di estrema delicatezza e di enorme importanza.
Quando si parla di salute infatti va ricordato che esso è l’unico diritto al quale la Carta Costituzionale riserva l’aggettivo “fondamentale”, richiamato espressamente dall’art.32.
Da ciò derivano precise conseguenze giuridiche: esso è inalienabile, intrasmissibile, indisponibile e irrinunciabile; è un diritto valevole erga omnes, non solo per i cittadini italiani ma anche per gli stranieri.
È importante dire che il concetto di salute non può essere ricondotto alla semplice “assenza di malattie”, ma esprime una condizione di complessiva efficienza psicofisica, quella che dovrebbe sempre, in ogni forma e in qualunque circostanza, garantire ogni tipo di governo a tutti i suoi cittadini.
Responsabilità del Sindaco, adesso, è non permettere che tale diritto venga violato, mettendo nelle condizioni l’Associazione di poter continuare la propria attività e i cittadini di goderne dei benefici.
L’ambulatorio di cardiologia sociale, che ha alle spalle ben 25 anni di attività, ha più volte dato vita e sostegno a una infinità di iniziative svolte su tutto il territorio regionale a beneficio di giovani, adulti e anziani, spesso sostituendosi alla strutture pubbliche, carenti e incapaci di garantire adeguate cure e assistenze ai cittadini.
Dover abbandonare i locali senza che il Comune ne assicuri già di nuovi, farebbe di fatto cessare tutte le attività (in particolare quelle ambulatoriali) e causerebbe un enorme disagio per tutta la comunità cittadina che, in questi anni, ha beneficiato delle prestazioni gratuite e volontarie di medici e infermieri professionisti (quali visite cardiologiche, ECG, Ecocardiografie e ECG dinamico secondo Holter) facenti parte di una Associazione che nel tempo è diventata vero e proprio punto di riferimento non solo per la città ma per tutta la Regione.
Basti pensare che dal 2017 l’ambulatorio ha garantito prestazioni sanitarie a circa 6mila utenti di Matera e della provincia.
C’è un’altra notizia che però ci rattrista: il Comune Matera, nonostante i solleciti delle ultime settimane e le promesse da parte del Sindaco che si è detto sensibile e di disponibile a riguardo, non ha ancora rinnovo del Protocollo “Matera Cardiosicura”, progetto con Delibera di Giunta n.00147-2017, attraverso il quale (con la collocazione in città di dieci postazioni munite di defibrillatore) si è voluto creare una vera e propria rete “salvavita”.
Di conseguenza l’Associazione, non potendo sopportare i relativi costi di manutenzione di questi vitali dispositivi, si vedrà presto costretta, suo malgrado, a rimuoverli.
E pensare l’Associazione Materana Amici del Cuore, aveva sollecitato e reso noto già da più di un anno (e con numerose comunicazioni sia tramite lettera che tramite PEC) al Sindaco Bennardi dell’approssimarsi della scadenza del Protocollo d’intesa sottoscritto in data 29/04/2017 tra l’associazione stessa, il Comune di Matera e la Domar Spa.
Sembrava che l’ultimo incontro del 20/07 in Comune tra il Presidente della Associazione e il Sindaco Bennardi avesse sbloccato la situazione, ma agli impegni del Sindaco presi in quella sede, non sono ancora seguiti fatti concreti.
Rinnovare immediatamente il protocollo, al fine di garantire continuità e presenza della rete dei defibrillatori “salvavita”, avrebbe dovuto rappresentare la priorità nell’agenda di un Sindaco che si dice vicino ai bisogni dei cittadini e dei più fragili e non una grana da dover rimandare “all’ultimo momento” senza nemmeno la garanzia di una sicura risoluzione.
Un patrimonio sociale di tale portata che prevede un servizio gratuito alla comunità cittadina, deve essere assolutamente protetto, tutelato e salvaguardato, e se possibile finanziato e sostenuto, non, al contrario, di essere soppresso”.