Un aiuto straordinario alle imprese agricole, con una spesa complessiva di sette milioni di euro, è stato deciso dalla giunta regionale attraverso un avviso pubblico, proposto dall’assessore per le Politiche agricole e forestali, Francesco Cupparo.
L’assessore precisa:
“Si tratta di una misura di sostegno temporaneo ed eccezionale alle imprese agricole e agroalimentari in forma di contributo in conto capitale, in attuazione della ‘Legge di Stabilità Regionale 2022’, (L.R. 31 maggio 2022, n. 9 art. 6), con la quale sono stati previsti ‘Contributi straordinari per il settore agricolo per interventi urgenti di contrasto alla grave crisi economica internazionale e per il recupero della competitività‘.
Alla copertura finanziaria si viene incontro con fondi regionali per quattro milioni di euro e con fondi Programma operativo Val d’Agri – Senisese, “Ripov 2020/2021 per tre milioni di euro per un totale di sette milioni di euro.
Il contributo sarà erogato nell’ambito del regime de minimis ex Reg (UE) n. 1408/2013 nel settore agricolo e ss. mm. ii.
Ai sensi del decreto del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali del n. 5591/2020, l’importo totale degli aiuti de minimis concessi ad un’impresa unica attiva nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli non può superare i 25 mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari.
L’aiuto, una tantum, è erogato sulla base di un importo forfettario, per fronteggiare i maggiori costi sostenuti a causa dei notevoli incrementi dei costi di gestione aziendale riguardanti principalmente l’energia, i fertilizzanti, le materie prime, i mangimi.
L’impresa deve dichiarare un fatturato 2021 (Ricavi) pari ad almeno sette mila euro, Iva esclusa, e di aver registrato un aumento dei costi produttivi di almeno il 25 per cento nel periodo di tempo 1° gennaio – 31 luglio 2021 rispetto al periodo 1° gennaio – 31 luglio 2022.
L’assessore riferisce inoltre che altro intervento a supporto delle imprese agricole e agroalimentari che hanno subito gli effetti del conflitto in Ucraina potrà essere attivato mediante il Regolamento Ue 2022/1033 del 29 giugno 2022, con il quale la Ce ha approvato una misura specifica volta a fornire un sostegno temporaneo eccezionale nell’ambito del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) in risposta all’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il sostegno erogato nell’ambito della misura garantisce un’assistenza di emergenza agli agricoltori e alle Pmi particolarmente colpiti dall’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina, con l’obiettivo di garantire la continuità delle loro attività economiche.
L’aiuto è erogato in forma di somma forfettaria da versare entro il 15 ottobre 2023, in base alle domande di sostegno approvate entro il 31 marzo 2023.
L’importo massimo del sostegno non è superiore a 15 mila euro per agricoltore e a 100 mila euro per Pmi.
Nell’erogare il sostegno gli Stati membri tengono conto del sostegno concesso nell’ambito di altri strumenti di sostegno nazionali o unionali o di regimi privati per rispondere all’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina.
Quanto alle richieste che vengono dalle associazioni e confederazioni del mondo agricolo Cupparo sottolinea che si condivide la proposta a sostenere processi di filiera, ritenuta questa una scelta organizzativa che:
- favorisce l’integrazione fra le diverse fasi del processo produttivo;
- favorisce il miglioramento della qualità produttiva, assicura la quantità e la continuità dei conferimenti di materia prima;
- consente di aumentare il valore aggiunto dei prodotti attraverso la trasformazione e la commercializzazione;
- permette una più equa distribuzione dei ricavi fra tutti gli attori della filiera, soprattutto sui produttori.
Si ritiene che la scelta della filiera possa essere uno dei possibili rimedi contro le oscillazioni di prezzi e offerta di materie prime, dovute a fenomeni di carattere globale che risentono in modo diretto di eventi straordinari, come hanno dimostrato la pandemia e il conflitto bellico in Ucraina.
Per tale ragione, con la dgr 474 del 22 luglio scorso, la Regione Basilicata ha stanziato i primi 5 milioni di euro per assicurare il Cofinanziamento ai progetti di filiere nazionali del Piano operativo agricoltura, come da Delibera Cipe n. 25/2016.
Sul territorio lucano sono stati presentati 168 progetti di investimento per un totale di 17milioni di euro afferenti a 16 filiere, a cui la Regione contribuisce con un contributo del 25 per cento, pari a circa 25 milioni di euro. Tra questi una filiera cerealicola (Grano Armando) che aggrega 30 imprese per un investimento pari a circa 11,8 milioni di euro.
Su scala regionale, con il Psr 2014-2022 sono state finanziate due filiere cerealicole lucane, con un finanziamento complessivo pari a 13,2 milioni di euro, 51 aziende di produzione e 14 imprese di trasformazione e commercializzazione. Ad oggi il livello della spesa è pari a circa il 50 per cento.
I contratti di filiera che sono stati sottoscritti dai partecipanti alle filiere contengono “… precisi obiettivi qualitativi e quantitativi”, come richiesto tra l’altro da Coldiretti e l’applicazione di prezzi collegati a precisi indici di mercato.
Ebbene, oltre ad invocare il rafforzamento del sistema di filiere produttive, è auspicabile una verifica attenta sulle filiere già attive e sostenute con i cospicui finanziamenti comunitari, nazionali e regionali, per comprendere come gli impegni assunti ed invocati da Coldiretti, si stiano realmente rispettando.
In questi giorni si stanno delineando le linee programmatiche per lo Sviluppo rurale su scala nazionale, con il Piano strategico nazionale 2023-2027 e a livello regionale; è stato attivato il partenariato economico e sociale regionale, per definire le strategie del prossimo quinquennio a sostegno dell’agricoltura lucana.
Una delle linee di indirizzo che risponde agli obiettivi di competitività del sistema agroalimentare lucano passa proprio attraverso le filiere produttive, ma a condizione che la verifica di quanto si sta realizzando grazie all’attale programmazione, restituisca elementi di efficacia ed efficienza di queste iniziative, sia in termini produttivi, che organizzativi ed occupazionali.
Infine, saranno attivate due misure attraverso il supporto di Ismea, con cui gli uffici del Dipartimento sono a lavoro per definire una convenzione, per forme di garanzia finalizzate ad operazioni di ristrutturazione del debito e di concessione di credito a tasso agevolato a medio e lungo termine”.