“Il notevole aumento dei costi produttivi legati principalmente all’invasione russa in Ucraina mettono a rischio la pasta made in Italy.
Se fino ad ora i prezzi potevano essere ritenuti adeguati ai maggiori costi sostenuti per gasolio, concimi, fertilizzanti, sementi ora la prospettiva è divenuta delle meno rosee.
Ad inizio luglio, infatti, il grano era quotato a 570 euro a tonnellata mentre in questi giorni il prezzo è in picchiata, scendendo sino a 480 euro.
Con queste cifre, investire in semine diventa improbo e altamente rischioso”.
Lo afferma Luciano Cillis, candidato per Impegno Civico con Luigi di Maio come capolista al Senato nel collegio Basilicata, che aggiunge:
“È necessario, pertanto, intervenire quanto prima per sostenere un comparto cruciale e altamente rappresentativo del nostro made in Italy agroalimentare, già vittima di forti speculazioni legate alla guerra del grano portata avanti dallo stesso Putin che l’ha usato come strumento bellico.
All’intera filiera va il mio sostegno e il mio impegno in loro difesa come già fatto in passato con provvedimenti come la Commissione Unica Nazionale per la rilevazione dei prezzi e Granaio Italia, per il monitoraggio dei cereali che vengono commercializzati sul nostro territorio”.