Riceviamo e pubblichiamo una nota stilata dall’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, relativa all’ingiunzione di pagamento giunta ai dializzati di Matera per decreto ingiuntivo presentato da agenzia DI.MA, ditta che provvede al trasporto dei pazienti:
“Codesta agenzia, incaricata dall’azienda sanitaria di Matera al trasporto di una trentina di dializzati, chiede a ciascun paziente, in particolare a coloro che hanno bisogno di ambulanza, il rimborso delle spese sostenute per il trasporto degli stessi effettuato dal mese di dicembre 2021 al mese di luglio 2022, ammontante a circa € 10.000 – €12.000 oltre gli interessi legali e tutte le spese di procedura, rimborso di fatto spettante all’ASM come previsto da Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2016 e da norme nazionali e regionali.
La motivazione sarebbe da ricercare nelle inadempienze di alcuni funzionari ASM, che non avrebbero ancora saldato quanto dovuto dalla stessa ASM alla ditta di cui sopra.
Nell’anzidetto Protocollo, azienda e trasportatori, hanno stabilito di intestare le fatture direttamente ai pazienti all’insaputa degli stessi.
Infatti i pazienti non hanno mai ricevuto copia delle fatture emesse né, a tutt’oggi, nessun rimborso spese viaggio in quanto l’azienda sanitaria di Matera provvedeva al pagamento diretto verso gli operatori del servizio.
Infine, seppur con notevole ritardo, l’ASM ha provveduto a saldare i mesi a partire da dicembre 2021 fino ad agosto 2022.
Cosa pretende ancora l’agenzia DI.MA dai dializzati?
Aned, che da 50 anni tutela dializzati e trapiantati di tutti gli organi, ancora una volta sarà a loro fianco – nella forma più appropriata – ad evitare che gli stessi siano usati come scudi umani in una diatriba tra azienda e trasportatori non cercata.
Lo abbiamo denunciato con un esposto al ministero della salute, alla procura della repubblica e alle autorità regionali e sanitarie locali.
E’ inaccettabile che si scarichino sui pazienti responsabilità e problemi, che ingenerano ansie e preoccupazioni delle quali non hanno alcun bisogno.
Già affrontano quotidianamente sacrifici, sofferenze e rinunce e vivono un’esistenza precaria.
C’è, però, un aspetto positivo che, in questi giorni, ci ha dato fiducia: abbiamo incontrato il nuovo direttore generale del dipartimento sanità regionale che ci è sembrato persona molto sensibile, disponibile e determinata a risolvere in tempi brevi questa delicata questione.
Ci auguriamo che si trovi una soluzione di buon senso e definitiva che liberi i dializzati da ogni incombenza burocratica, amministrativa e finanziaria“.