Il reddito di cittadinanza cambia faccia (per l’ennesima volta).
Le norme approvate ieri modificano la Manovra, ovvero lo stanziamento dei finanziamenti, ma a gennaio ci sarà un nuovo decreto sul reddito di cittadinanza che andrà a modificare la precedente normativa.
Come sarà il reddito di cittadinanza nel 2023?
Il nuovo reddito di cittadinanza sarà molto diverso da quello nato con il governo Conte.
Prima di tutto sarà di soli sette mesi per gli occupabili, ovvero per le persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età).
Per tutti gli altri continuerà ad essere regolarmente erogato per 18 mensilità rinnovabili.
Secondo poi ci saranno dei corsi di formazione obbligatori per gli occupabili pena la decadenza dal sussidio.
Terza novità, dopo il primo rifiuto dell’offerta di lavoro si perderà il sostegno economico (prima erano 3 le offerte rifiutabili, poi una, ora nessuna).
Il criterio dell’offerta congrua seguirà, con molta probabilità, le indicazioni che Durigon ha spiegato: sì alla territorialità, no alla possibilità di ‘scegliersi’ il lavoro.
“L’offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti, perché se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso.
Il criterio della territorialità resta anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli.
Se l’offerta è comunque sia nei limiti temporali, che vicino casa, il percettore dovrà accettare qualsiasi tipologia di offerta di lavoro, questo sarà sicuramente un tema che entrerà sicuramente nel nostro decreto.
Dopodiché tante cose entreranno, dalla formazione al matching per poter dare ai percettori delle risposte ed una funzionalità diversa”.
Cosa ne pensate?