“Un anno dopo è buio fitto.
Le opere eseguite nell’area di Murgia Timone e dintorni continuano a testimoniare inopinatamente modalità d’intervento che hanno remato contro le peculiarità dell’altopiano.
È maturata la convinzione comune che le risorse pubbliche siano state utilizzate non per esaltare la sacralità del sitio, ma per mortificare uno dei luoghi della memoria più cari alla comunità dei materani.
È il caso di ricordare brevemente la generale indignazione espressa da cittadini amareggiati, le prese di posizione, il profondo dissenso, altrettante spie di un autentico malessere, reazioni spontanee scattate in difesa della vicenda ultramillenaria di un grande bacino di civiltà.
La questione divenne di dominio pubblico e approdò finalmente in Consiglio comunale, dove si decise di costituire una Commissione speciale d’inchiesta.
Dopo varie audizioni, la Commissione rese pubblico un dossier di oltre 50 cartelle in cui si segnalarono le incongruenze di alcune opere eseguite rispetto a un contesto che probabilmente avrebbe avuto bisogno di una più raffinata analisi dei luoghi, di un approfondito studio prima di procedere a qualunque forma di manomissione.
Licenziato dalla Commissione, il dossier fu sottoposto all’attenzione del Consiglio comunale.
La massima assemblea cittadina lo approvò all’unanimità con un volontà d’indirizzo precisa: avviare una ricognizione delle opere contestate finalizzata al ripristino, nei limiti del possibile, dei luoghi da riportare alla loro originaria e suggestiva estetica.
Ma di questa volontà unanime, espressa ormai un anno fa, sembra essersi persa ogni traccia.
Adesso, è arrivato il momento di tornare a puntare i riflettori sul patrimonio offeso della città.
Compito che, nel dettaglio, spetta agli uffici tecnici preposti.
Per quanto, è la volontà politica che dovrà farsi carico di dare un segnale preciso in questo senso.
L’invito a non cedere alle trappole dell’oblio della memoria è rivolto al contempo ai due livelli decisionali.
Una risposta, da una parte o dall’altra, assume il valore di un impegno che dovrà trovare nuovi impulsi e motivi di passione, non fosse altro per il rispetto dovuto al territorio e alla dignità dei suoi cittadini.
Non si può tacere, nel frattempo, un’assenza che pesa enormemente sui primi momenti dedicati alla corretta fruizione del Parco della Murgia.
In tutta fretta si volle interrompere la meritoria attività svolta dal Centro di educazione ambientale, impegnato da anni a Murgia Timone.
Si disse che si sarebbe immediatamente proceduto a indire una gara per un nuovo affidamento.
Anche in questo caso è iniziato un altro anno senza neppure l’ombra di un qualsiasi bando.
Allo stesso modo, forse è ancora più pesante e indecifrabile il deficit che si protrae a carico del Piano di gestione del Parco.
Strumenti indispensabili, necessari a dare corso a una corretta fruizione e soprattutto alla fruttuosa e sostanziale tutela attiva del sito.
È il caso di volersi un pochetto di bene in più, senza trascendere in pigrizie, indifferenze, fenomeni come l’egoismo, o il mancato rispetto nei confronti del prossimo.
È del resto risaputo che rispettare e amare il proprio patrimonio è attitudine capace di elevarsi a utili modalità elettive per meglio comprendere le esigenze di quel futuro che inevitabilmente arriva.
Meglio affrontarlo con il giusto animo”.
Così scrive Pasquale Doria di Matera Civica.