Riceviamo e pubblichiamo una nota stilata dall’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, relativa al nuovo servizio di trasporto dei dializzati organizzato dall’azienda sanitaria di Matera:
“E’ finito un incubo?
Lo speriamo.
Da ieri, lunedì 30 gennaio, ai 30 dializzati, in gran parte residenti nei Comuni della provincia di Matera e non autosufficienti, viene regolarmente garantito il servizio di trasporto presso il centro dialisi dell’ospedale di Matera per sottoporsi alla terapia salvavita un giorno si, un giorno no.
Tale prestazione è organizzata da diverse associazioni, individuate dall’azienda sanitaria di Matera, dopo la pubblicazione di un avviso pubblico di manifestazione di interesse per il servizio di trasporto dei pazienti sottoposti a trattamento di emodialisi.
Ad ogni associazione sono stati assegnati i pazienti residenti in specifici Comuni.
E’ quanto risulta dalla delibera dell’azienda sanitaria di Matera n. 32 del 27/01/2023, anche se ci lascia perplessi la parte in cui stabilisce un rapporto diretto tra gli operatori del servizio e i pazienti, anziché prevedere la sottoscrizione di una convenzione tra asl e ditte di trasporto.
Nel merito specifico delle modalità di organizzazione, fornitura e controllo del servizio trasporto dializzati, ANED da sempre ha sostenuto che le azienda sanitarie devono prendere in carico il malato che comincia la dialisi e provvedere a fornirgli, oltre ai vari adempimenti più propriamente sanitari, anche il servizio di trasporto tra il suo domicilio e quello del centro dialisi e ritorno, in particolare per i pazienti non autosufficienti o che non sono in grado di raggiungere autonomamente l’ospedale di riferimento.
Ora ci auguriamo che il nuovo servizio di trasporto risponda alle legittime esigenze e aspettative dei pazienti e delle loro famiglie e che non debbano mai più rivivere le inquietudini del recente passato.
Per diversi mesi, troppi, la vita dei dializzati è stata tormentata da ansie, trepidazioni, paure costanti ed eccessive in aggiunta alle quotidiane difficoltà e condizioni che la patologia impone.
Hanno vissuto notti insonni insieme ai loro familiari ponendosi domande senza risposte: ‘Cosa succede? Perché tirano in ballo noi pazienti? Quali responsabilità ci attribuiscono?’.
Hanno ricevuto diverse volte minacce di sospensione del servizio di trasporto, lettere di messa in mora, decreti ingiuntivi di pagamento dal tribunale di Matera con l’amara sorpresa di essere qualificati debitori di una somma di denaro pari a € 10.000-12.000, oltre le spese varie, gli interessi legali, i compensi professionali, l’iva e quant’altro ed il rischio di esecuzione forzata.
Dopo che l’agenzia Di.ma aveva annunciato venerdì 13 gennaio scorso, la sospensione del servizio di trasporto a partire da lunedì 16 gennaio, ANED e tanti pazienti si sono organizzati e hanno reagito con fermezza e decisione allertando i sindaci, i carabinieri, la prefettura di Matera, inviando un telegramma al presidente della Regione Basilicata, presentando esposti alle istituzioni regionali e sanitarie e contattando altre associazioni e ditte in grado di effettuare il trasporto dei dializzati.
Un impegno snervante e gravoso, a volte affrontato con reazioni emotive intense e nervose perché era in gioco la vita dei dializzati, che ha dato i suoi frutti.
Sono intervenuti i carabinieri, i sindaci dei Comuni di Ferrandina e Salandra hanno preso in carico i loro concittadini bisognosi di dialisi, l’azienda sanitaria di Matera ha messo a disposizioni mezzi, ambulanze e proprio personale per garantire il trasporto, seppure non sono mancati i disagi per i pazienti, purtroppo inevitabili in una situazione di emergenza.
Sua Eccellenza il Prefetto ha convocato un incontro sottolineando più volte la preoccupazione che ai dializzati fossero garantite le terapie, il personale del centro dialisi di Matera si è adoperato al meglio per rassicurare i pazienti e limitarne le difficoltà.
A tutti esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento”.