Con una lettera intitolata ‘Càpita’, la giornalista lucana Alba Gallo si è aggiudica l’edizione numero 14 del ‘Festival delle Lettere’ a Milano nella categoria ‘Lettera a tema libero’.
L’evento, giunto Domenica 7 Ottobre 2018 all’ultima serata e celebrato presso il Teatro dei Filodrammatici, aveva come tema principale, per il 2018, la ‘Lettera a chi mi ha cambiato la vita’.
Categoria, quest’ultima, affiancata da altre quattro non meno rilevanti, la:
- Lettera a tema libero;
- Lettera dal Carcere;
- Lettera dal Cassetto;
- Lettera under 14.
Dieci i finalisti per ogni sezione, di cui è stato rivelato ‘live’ il nome e volto del vincitore.
Il verdetto, formulato da una giuria di noti scrittori e giornalisti del panorama nazionale, è stato sottoposto, per l’edizione numero quattordici, anche all’insindacabile vaglio di Mario Calabresi, direttore de La Repubblica nonché figlio di Luigi, noto commissario assassinato a Milano nel 1972.
Oltre 23.000 le lettere scritte rigorosamente a mano negli ultimi 13 anni del Festival, prima e unica manifestazione italiana dedicata alla scrittura a mano e organizzata dall’Associazione 365GRADI in collaborazione con Provincia e Comune di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia ed il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Giustizia.
‘Scoprire che nell’era degli sms e delle e-mail, il piacere della scrittura via posta è capace di riscuotere ancora così tanto successo, è qualcosa per cui vale la pena stupirsi’, commentano gli organizzatori.
‘La lettera ha sicuramente un fascino che va al di là delle mode e del tempo.
Forse perché è padrona del tempo in un modo davvero speciale.
Attendere una lettera è un piacere sottile che l’istantaneità degli strumenti moderni difficilmente riuscirà a soppiantare’.
Calato il sipario sull’edizione 2018, è presto formulato il tema per il 2019: oggetto del contendere sarà la “Lettera alla mia città”, affiancata al solito da categorie di più ampio respiro come da tradizione.
Per intanto la Lucania si porta a casa quest’anno uno dei principali traguardi della sfida epistolare 2018, per l’edizione numero 14 del ‘Festival delle Lettere’.
Alba Gallo ha 34 anni, da 8 anni vive a Potenza per motivi di lavoro, ma è originaria di Metaponto (Bernalda- MT).
Di seguito la lettera integrale, vincitrice del concorso, scritta da Alba Gallo:
“La cosa più bella che possa capitarti a 14 anni è innamorarti. Capita, l’amore “capita”. E non c’è verbo che tenga. È forza impersonale ed irrazionale, l’amore. Accade, quando non sai ancora bene come funzioni il tostapane. Più acceso del “voler bene”, dai semitoni del primo, timido abbraccio.
Accade, appunto.
Normale che tu non sappia bene come funzioni. L’amore, prima era il bacio della nonna, il poster dei Take That in camera tua. E Dylan, di Beverly Hills. Un passo prima degli esseri umani, uno dopo la tua collezione di Barbie. Poi un giorno, irrompe. In piena teoria, nel pieno dello spalancarsi di occhi intenti ancora a fissare sogni. Si veste di suoni, l’amore a 14 anni: la notifica dell’sms, non lo squillo dell’amica, non la chiamata della mamma. Ma una busta: nera, su fondo verde.
“Da: 338xxx”: no, quel numero non è in rubrica. “Ciao, come stai? Ti va di uscire una sera di queste? ah, sono xx”.
“O-ccazzo” (ed altro non ti viene in mente).
Perché, ok, l’amore capita, ma stavolta era “proprio lui”. Così improvvisamente da sapiens sapiens a paramecio è un attimo. Capita, l’amore. Ma lui, “lui” era “la” cotta di quattro anni prima che in quel momento si stava materializzando sotto le mentite spoglie di un sms. Ora (ancora fatichi a crederci) era “lui” che cercava te.
Capita, l’amore. E proprio perché non l’avevi messo in conto, l’armadio non s’era adeguato ai nuovi sentimenti: jeans da un lato, caotico ammasso di felpe dall’altro. Il sentimento che nasce non lascia immune nessuno, figurarsi gli armadi: il tuo, per esempio, si stava preparando ad accogliere vestiti “da femmina”; il bagno, i trucchi; il walkman… dei lenti.
Lui. Lui ha la patente. Tu fino al giorno prima ti premuravi ancora di prendere rovinose cadute dalla bicicletta, immersa com’eri in un brufoloso quanto inutile vaneggiare. E tutta giù per terra. Dieci punti. You win.
Lui, “esattamente quello” che aveva messo in pausa il tuo mondo di Barbie rendendoti progressivamente donna. Lui, il pensiero archiviato sulla scorta del “figurati se pensa a me”. Il “però quanto è bello” di quando lo incroci per strada. L’“ok, ormai l’ho perso” delle passeggiate con la sua ragazza. (Del resto, come puoi sperare s’accorga di te, acneico acaro della polvere, se quando lo incroci, cambi pure strada?). Così, nel dubbio, prendi le tue Barbie e torni a giocare.
Capita, l’amore. Come il primo appuntamento, in un diversamente anonimo venerdì sera. Il giorno dopo, scuola: machissenefrega. Il vero dramma era: cosa-cavolo-mi-devo-mettere-stasera; e come dire a mamma che mi servono vestiti da femmina.
Ci andrai con insicurezza e terrore, al primo appuntamento. Con adrenalina e timidezza che, se mal dosate, si tradurranno in rovinosissime figure di m. E le farai, ne sopravvivrai; ti mancheranno poi, assieme alla timidezza che fu.
L’amore, figlia mia, quella strana cosa che si manifesta secondo modi e forme che riterrà più consone al momento. In macchina o nel reparto surgelati. Feriali e festivi, non conosce tempi o luoghi. Capita: l’amore capita. E tutto sommato sarà il più bell’imprevisto che dovrai augurarti”.
Facciamo i complimenti alla giornalista lucana ed alla sua “candida penna” capace di raccontare uno spaccato di vita arrivando fino al cuore di chi ha letto la lettera con la giusta dose di sensibilità.
Di seguito la foto del premio.