È partita la caccia ai meteoriti prodotti dal bolide che la sera di San Valentino ha illuminato i cieli di Puglia e Basilicata: i frammenti dell’oggetto celeste (per una massa complessiva di 400-500 grammi) potrebbero essere caduti a nord di Matera, in un’area pianeggiante di campi coltivati che si estende per otto chilometri quadrati tra Borgo Venusio e Iesce.
Lo rende noto Prisma, la Prima Rete Italiana per lo Studio delle Meteore e dell’Atmosfera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Gli esperti sono riusciti a ricostruire il percorso del bolide triangolando i dati ottenuti dalle tre camere all-sky della rete Prisma (quelle di Castellana Grotte, Tricase e Vasto) che lo hanno avvistato.
L’oggetto celeste avrebbe iniziato brillare a una quota di circa 90 chilometri per poi seguire una ide triangolando i dati ottenuti dalle tre camere all-sky della rete Prisma (quelle di Castellana Grotte, Tricase e Vasto) che lo hanno avvistato.
L’oggetto celeste avrebbe iniziato a brillare a una quota di circa 90 chilometri per poi seguire una traiettoria discendente inclinata di circa 60 gradi rispetto al terreno, muovendosi con una velocità iniziale di 16-17 chilometri al secondo da Bari verso Matera.
Si tratta di una velocità tipica per un oggetto di origine asteroidale, come conferma l’orbita eliocentrica.
I calcoli indicano che la fase di bolide è terminata a circa 22-23 chilometri di quota, con una velocità di 3,7 chilometri al secondo e una massa residua di circa 400-500 grammi.
Una volta estinto il bolide, il residuo del meteoroide ha iniziato la fase di volo buio proseguendo la caduta verso il suolo, è stato sballottato dai venti dell’atmosfera ed è caduto (con una buona probabilità) pochi chilometri a nord di Matera.