Importante riconoscimento per la lucana Pamela De Rosa da parte del Presidente Mattarella.
Figlia di Nicola De Rosa di Missanello (PZ) ma residente a Somma Lombardo, è stata insignita del titolo di «Cavaliere al Merito della Repubblica italiana».
Come riporta pubblicanow.it “Per meriti sociali e di volontariato. Sono questi i motivi che hanno valso a Pamela De Rosa l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Pamela è una giovane donna determinata e impegnata nei confronti degli altri: è consigliera nazionale di APMARR aps e volontaria dell’Associazione Luca Coscioni.
Non solo: è promotrice in Italia del SunFlower lanyard, un cordoncino con i girasoli che permette ‘di identificare’ le persone con le cosiddette disabilità invisibili – spiega e alla domanda su quali siano queste disabilità, fa l’esempio della sclerosi multipla.
‘Vent’anni fa una diagnosi di sclerosi multipla significava quasi sistematicamente una sedia a rotelle.
Oggi, fortunatamente, grazie alla ricerca e alle nuove terapie, nella maggior parte dei casi non è così.
La disabilità di chi soffre di questa patologia invalidante può non essere immediatamente visibile’.
Altro esempio: le patologie che rientrano nell’ambito reumatico, come l’artrite reumatoide (ambito al quale appartiene la disabilità di Pamela) sono spesso ‘invisibili’.
Perché è necessario che gli altri possano identificare che ha queste disabilità invisibili?
«Faccio un esempio personale così è tutto più chiaro – spiega.
È capitato che mi trovassi alla cassa del supermercato.
Cassa con priorità per portatori di handicap o donne in gravidanza o per altre categorie di persone con fragilità.
La cassiera mi conosce e quindi mi fa passare avanti.
L’uomo che era davanti a me, non sapendo del mio handicap, ha iniziato a urlare e insultare.
Un attacco in piena regola. Ho cercato di spiegare la situazione.
La risposta è stata: ‘se tu sei disabile, lo sono anch’io’.
Il cassiere e io siamo rimasti calmi e abbiamo chiamato la polizia.
Ma eventi del genere non devono accadere: per questo è necessario rendere visibili quelle disabilità che a prima vista non si vedono.
Poi, se vieni a fare una passeggiata con me, la percezione della mia disabilità cambia: ma a prima vista la situazione ti sfugge’.
Ritornando all’Onorificenza: ‘Non so chi abbia fatto il mio nome – spiega De Rosa – suppongo, ma non ne sono sicura, sia dovuta al fatto che durante la pandemia ho lavorato per trovare medicinali per chi soffre di malattie reumatiche.
Medicinali che a un certo punto sono diventati introvabili perché usati per curare i malati di Covid.
Che è un’ottima cosa, ovviamente.
Ho trovato ingiusto che chi era responsabile delle scorte farmaceutiche non fosse in grado di aumentare la ‘produzione’.
Era sacrosanto dare tutte le cure possibili ai malati di Covid e fare il possibile per sconfiggere la pandemia ma davvero tante persone con malattie molto gravi si sono trovate senza terapie.
Fortunatamente i produttori di questi farmaci si trovavano in Lombardia.
Siamo riusciti ad arrivare al traguardo facendo aumentare la produzione di alcuni farmaci’.
Da quel periodo la mia attività di volontariato è aumentata esponenzialmente, grazie a Apmarr che ha creduto e crede in me.
Il mio impegno continua ogni giorno.
Due parole vorrei spenderle per ringraziare i miei genitori, che oggi purtroppo non sono qui, perché mi hanno insegnato a combattere per i più deboli.
Un ringraziamento a tutta la mia famiglia (zii, cugini, suoceri, cognati), alle mie sorelle e nipoti che sono sempre con me, ai miei amici e soprattutto a mio marito Stefano che mi supporta in tutto ciò che faccio.
Senza di lui oggi non sarei la persona che sono”.