“Spiace leggere le parole dell’assessore regionale alla Sanità, nessuno pretende di usare una bacchetta magica in grado di risolvere in un mese, o in 48 ore, i problemi della sanità, ma molte delle criticità segnalate dai sindaci risultano irrisolte da almeno due anni;
molti dei problemi indicati nell’ultimo verbale della Conferenza dei sindaci sono i medesimi riportati nei verbali delle sette adunanze, che ho convocato”.
È la replica del primo cittadino di Matera, Domenico Bennardi, che anche in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci del Materano, aveva sollecitato il presidente della Regione, Vito Bardi, e l’assessore Francesco Fanelli a dare seguito prima possibile almeno agli adempimenti burocratici chiesti, come l’invio di una bozza del Piano sanitario e un cronoprogramma degli interventi in risposta alle criticità segnalate negli ultimi anni su tutta la provincia.
Un sollecito garbato, a cui ha fatto seguito la risposta stizzita e fuori luogo, almeno nella forma, dell’assessore regionale, che ha voluto dare una connotazione politica a una richiesta tutta finalizzata al bene comune, prodotta dalle massime autorità sanitarie territoriali materane.
Rimarca Bennardi:
“Più di un anno fa, abbiamo redatto un Patto per la sanità e consegnato in Regione, ci siamo adoperati, anche come Associazione nazionale dei comuni italiani, per indicare proposte concrete eppure le criticità più gravi rimangono irrisolte, come le lunghe liste d’attesa e scarsità di personale medico.
Ho appreso con soddisfazione che la richiesta di accreditamento per il Centro geriatrico di Matera ha avuto esito positivo;
ora va ultimata la contrattualizzazione da parte dell’Asm e poi avviato l’iter anche per Villa Anna e Brancaccio.
Purtroppo, però, questo non basta soprattutto ai cittadini, a chi ha l’esigenza di doversi curare, a chi è beneficiario di un diritto fondamentale della nostra Costituzione.
Durante l’ultima Conferenza dei sindaci il 7 marzo scorso è stato chiaramente detto e messo a verbale, che è urgente un cambio di rotta reale e concreto; è necessario “voltare pagina”, abbiamo chiesto di poter ricevere questo attesissimo Piano sanitario regionale, anche solo in bozza per poter incidere come autorità sanitarie locali nella sua stesura, e provare insieme a correggere una situazione “in completo sfacelo”, con i pazienti lucani che scappano dalla regione, e insieme a loro spesso anche i medici.
L’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera è in progressivo degrado, ma le situazioni più difficili si avvertono nei comuni delle aree interne, dove la popolazione è maggiormente anziana e fragile, spesso sola e vive una condizione di precarietà sanitaria.
Il comune di Grassano, non ha più un numero sufficiente di medici generali, il Metapontino è rimasto da tempo senza alcuna risposta rispetto ai propri bisogni sanitari essenziali.
Si attende un rafforzamento di tutti i Pronti soccorso e dei presìdi sanitari locali. Abbiamo denunciato la situazione di “implosione” all’ospedale di Policoro, che dovrebbe avere i primari di Medicina, Psichiatria, Radiologia, Ortopedia e Chirurgia, ma oggi ha solo Chirurgia.
Il concorso per Ortopedia, bandito cinque anni fa, è inspiegabilmente fermo. Radiologia un solo medico e nessun concorso programmato; Psichiatria dopo gli ultimi pensionamenti attende un concorso. Pediatria ha due medici con uno “a scavalco” da Matera, per non chiudere il reparto.
In Endoscopia c’è un laboratorio specialistico con un solo dottore, che fa 3.000 prestazioni l’anno e fra un pò andrà in pensione.
A Pomarico ci sono solo due medici di famiglia, con un Distretto sanitario praticamente svuotato, un solo medico solo in servizio nel weekend.
Sono solo alcuni esempi di mancata programmazione sul personale, ma intanto le comunità attendono soluzioni e assistenza e vanno dai primi cittadini a rappresentare le loro problematiche e chiedere tutela. Molti lucani preferiscono non curarsi, a causa delle lunghe liste d’attesa o emigrare in altre regioni.
Il blocco delle strutture convenzionate ha acuito ancora di più la situazione in termini di diagnosi e alleggerimento delle prestazioni pubbliche.
Questi problemi non nascono 48 ore fa o un mese fa, molti dei punti indicati nell’ultimo verbale, sono i medesimi della prima Conferenza dei sindaci.
Non è immaginabile pensare che l’attuale governance sanitaria si accorga solo ora di tali questioni, è da 4 anni che si attendeva un cambiamento.
Non è colpa certo dell’assessore Fanelli che da poco più di un anno ha ricevuto la delega alla Sanità; cambiano gli assessori, vengono convocate le Conferenze dei sindaci che dovrebbero determinare l’indirizzo e il controllo sulla politica sanitaria regionale, ma i problemi rimangono irrisolti o si fanno pochi passi in avanti.
Come sindaci e come Anci, abbiamo fatto anche proposte concrete, come l’aggiornamento del Registro Tumori regionale, l’attivazione della centrale telefonica regionale di gestione della rete oncologica, il rafforzamento della chirurgia oncologica, un coordinamento unico della rete oncologica regionale presso il Crob.
Per la rete ictus, prevedere almeno due Centri Trombosi e ulteriori Centri per la riabilitazione Cardiopolmonare e Neurologica.
Rafforzare i centri esistenti di Ortopedia e Traumatologia (i lucani emigrano anche per interventi ortopedici), e poi arrivare a un unico Centro regionale per le prenotazioni.
Da anni chiediamo di insistere con la medicina territoriale e preventiva.
L’ira -conclude Bennardi riferendosi a quanto gli viene rimproverato dall’assessore nella sua nota- viene dalla frustrazione di non riuscire a “voltare pagina” da due anni, non c’è più tempo da perdere e ribadiamo quanto chiesto in sede di conferenza”.