Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata e Fismic Confsal Potenza):
“I ritardi sul PNRR mettono a rischio diversi obiettivi e questo non può accadere.
Primo tra tutti, rischia di saltare quello sull’agenda Onu con suoi 17 punti: si tratta di una sfida globale che ha come scopo quello di porre fine alle diseguaglianze, alla povertà e che punta a costruire un percorso che porti a una società capace di rispettare i diritti umani entro il 2030.
Il rapporto dell’Asvis evidenzia che pandemia, guerra in Ucraina e crisi energetica, hanno condizionato il percorso dell’Europa e soprattutto dell’Italia e che il nostro Paese, nonostante una forte ripresa economica nel biennio precedente, registra tra il 2019 e il 2021 un aumento esponenziale delle disuguaglianze, delle difficoltà in ambito sanitario e un allontanamento dalle esigenze delle classi più deboli.
A fronte dello scenario attuale, purtroppo per l’Italia sarà impossibile riuscire entro il 2030 a raggiungere gli obiettivi di occupazione e di diminuzione delle persone a rischio povertà e, ovviamente, in questo scenario di precarietà, il Meridione risulta essere maggiormente a rischio.
La nostra regione potrebbe arrivare al 2050 con oltre 400 mila abitanti in meno.
Il calo delle iscrizioni alle università del Sud, l’aumento dei neet, fino ad arrivare alla percentuale della popolazione a rischio povertà, sono dati allarmanti.
Rimanere inermi, o ancor peggio, non riuscire a programmare un pacchetto di riforme che possa migliorare la situazione, rende il Mezzogiorno poco attrattivo, ma è essenziale ricordare che se crolla il ‘sistema’ sud, con il suo gettito fiscale, le ricadute saranno negative per tutti gli italiani.
Bisogna mettere i giovani al centro dell’agenda politica.
Ritengo sia fondamentale riuscire a colmare il divario con il Nord attraverso la formazione dei giovani e delle competenze.
Bisogna lavorare per rafforzare il legame tra istituzioni, centri per l’impiego, università, Its e, ovviamente, in tutto questo mettere al centro i giovani.
Il 55% dei giovani che lascia la Basilicata è laureato e, partendo da questo dato, dobbiamo immaginare una Basilicata polo tecnologico e universitario in diversi comparti; questa potrebbe essere l’unica strada capace di metterci al riparo dallo spopolamento e dalla carenza occupazionale.
La facoltà di medicina e l’Azienda Ospedaliera San Carlo dovrebbero avviare un progetto ambizioso di collaborazione, dando vita ad un Policlinico universitario capace di sviluppare nuove competenze e creare una nuova generazione di medici, specialmente a fronte della carenza di professionisti che la pandemia ha evidenziato, e in grado di permettere ai giovani di non abbandonare il territorio per ricercare studi e carriera altrove.
Allo stesso modo, le Aziende di elettronica presenti sul territorio con la Fondazione Its e gli istituti tecnici dovrebbero creare un Polo elettronico e sfruttare le conoscenze dei vari Istituti tecnici per favorire l’ingresso nel mondo lavorativo dei maturandi e l’occupazione.
Serve sfruttare tutto ciò che è in nostro possesso, a partire dai Fondi PNRR, per creare una rivoluzione del sistema formativo e produttivo per non incorrere nelle dinamiche ormai radicate nel Mezzogiorno e per permettere una reale e costante crescita del territorio”.