Tutti i comparti agricoli – soprattutto quelli ortofrutticolo e olivicolo – sono duramente colpiti dalle piogge insistenti, con diffusi allagamenti, di queste ultime settimane.
A questi comparti si aggiunge quello zootecnico per le difficoltà nell’approvvigionamento dei foraggi e mangimi per il bestiame.
Lo segnala Cia-Agricoltori Basilicata che ha attivato i propri uffici Cia di zona per raccogliere le segnalazioni di danni finalizzate alla dichiarazione di stato di calamità.
Le preoccupazioni sono amplificate per le produzioni di frutta (drupacee) ed ortive del Metapontino e delle altre aree con coltivazioni pregiate.
La frutta sulle piante, in buona parte danneggiata e “spacchettata”, non potrà essere venduta, mentre gli olivicoltori associati all’Oprol prevedono un calo di produzione che si aggiunge alla precedente campagna olearia segnata da gravi problematiche.
Anche per foraggicoltura e cerealicoltura grandi perdite e produzioni a rischio per andamento anomalo a livello metereologico e climatico.
Nel sottolineare che si è impossibilitati a chiedere il Tavolo Verde per una prima valutazione della situazione dei danni a causa dell’assenza, da otto mesi, dell’Assessore alle Politiche Agricole, Cia informa che la Confederazione nazionale ha proposto un Decreto legge speciale per fronteggiare, in tempi rapidi e con strumenti eccezionali, la situazione di straordinaria difficoltà molto diffusa in tutte le regioni.
Uno strumento normativo con carattere di urgenza che, insieme alle azioni già avviate, possa introdurre misure di sostegno economico efficaci per le attività economiche, il ripristino delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio.
Dunque, precisa il presidente nazionale di Cia Cristiano Fini:
“un Decreto legge ad hoc dove anche l’agricoltura possa trovare spazio e risorse finanziarie.
Servono interventi efficaci, concreti e all’altezza delle aspettative del mondo imprenditoriale agricolo, già da tempo alle prese non con poche avversità”.
In particolare, siamo di fronte all’ennesima dimostrazione della fragilità dei territori rispetto alla sfida dei cambiamenti climatici e all’imprevedibilità delle sue conseguenze.
In varie parti del Paese in meno di quarantott’ore, è caduta una quantità d’acqua equivalente a quella prevista nell’intera stagione primaverile e che, per via dell’esondazione di fiumi e torrenti, ha sommerso strade e Paesi, mettendo in ginocchio intere comunità e il sistema imprenditoriale locale”.