La Magna Grecia diventi Patrimonio Unesco.
Questa la proposta di Volt Basilicata che fa sapere:
“Un paesaggio che esplode di colori e di sapori, nel quale tenere vivo il legame con la Magna Grecia, valorizzando le radici storiche che, in Basilicata accomunano Bernalda (Metapontion, Metapontum); Nova Siri (Siris); Policoro (Heraclea); Pisticci (Pistoikos); Ferrandina (Troilia, Obelanon).
La proposta è quella di riconoscere l’area della Magna Grecia quale patrimonio storico, culturale e ambientale di interesse nazionale e promuovere un’intesa per l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Tra l’VIII e il VII secolo A.C. coloni provenienti dalla Grecia cominciarono a stabilirsi sulle coste dell’Italia meridionale in territori corrispondenti alle attuali regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia, arrivando sino alle Marche e al Veneto.
Cominciarono a definirsi come facenti parte della cosiddetta ‘Magna Grecia’ (Megále Hellás) per distinguersi dalla ‘vecchia’ Grecia.
Il termine di ‘Magna Grecia’, quindi, si riferisce alle popolazioni e alle civiltà insediatesi in quelle aree.
A partire dal settimo secolo avanti Cristo, infatti, su queste coste approdò quell’evoluto mondo ellenico che ha lasciato in eredità templi, santuari, agorà, teatri e necropoli.
Le colonie di Metaponto e Heraclea, grazie anche ai rapporti commerciali con le città greche, crearono un sistema economico che coinvolse anche le zone interne del Metapontino e che si fondava sulla produzione agricola e la sua commercializzazione attraverso la navigazione fluviale”.