Tradizione e tutela dell’ambiente sono principi sacrosanti, che possono coesistere nella fruizione del Parco Murgia.
E’ la posizione del sindaco di Matera, Domenico Bennardi, che interviene nella discussione di questi giorni sull’ipotesi di riperimetrare l’area naturale protetta della Murgia materana, per favorire lo svolgersi dei fuochi della Bruna e dei concerti in “Cava del sole David Sassoli”.
Esordisce il sindaco:
“Posizioni critiche e alcune a favore, assolutamente legittime nell’ambito della dialettica politica, un segnale positivo di quell’attaccamento al nostro bellissimo territorio.
Un territorio che, però, è fatto anche di tradizioni e antiche ritualità, come quella della nostra festa patronale.
Storia, tradizioni, habitat rupestre e contesto naturale che vanno rispettati nella loro interezza, cercando a volte un punto di incontro tra le varie specificità ed esigenze.
La domanda di riperimetrazione è una possibilità che può essere oggetto di discussione, ma che ho voluto offrire alla città come prospettiva alternativa nella ricerca di una soluzione.
Essa nasce da un ponderato ragionamento che ha portato a quella che per ora è solo un’intuizione.
In occasione della conferenza dei servizi in Regione il 26 giugno scorso, pur non essendo tra gli invitati, ho voluto recarmi a Potenza con l’associazione “Maria SS. della Bruna”, l’ufficio Compatibilità ambientale e l’ufficio Parchi della Regione Basilicata, da remoto i vigili del fuoco, la questura e l’Ente gestore Parco della Murgia materana.
Ho firmato quel verbale, in cui il sentito parere dell’Ente Parco sui fuochi è risultato purtroppo negativo.
Il serrato e costruttivo dialogo con la Regione, anche in forma scritta, ha permesso un risultato molto importante per il futuro: riavere i fuochi su Murgia Timone, seppur tra varie prescrizioni di sicurezza che hanno determinato un inevitabile ridimensionamento dello spettacolo e la necessità da parte dell’ente comunale di una domanda di riperimetrazione, proposta anche dal comitato, che ha avviato così un iter diverso e per certi versi efficace proprio per il risultato finale.
Abbiamo usato il medesimo iter di autorizzazione richiesto dal Comune per i concerti a Cava del Sole: entrambe le aree rientrano nell’area naturale protetta.
Un dialogo serrato e a tratti duro con la Regione, che però quest’anno ha portato al risultato sperato; per questo ringrazio l’assessorato regionale all’Ambiente, il dipartimento, l’ufficio Parchi regionale.
Alla fine siamo riusciti in un intento molto importante, e per nulla scontato fino a pochi giorni prima della festa: riappropriarci dell’area sulla Murgia interdetta dal 2019, per rivedere nuovamente i fuochi del 2 luglio; venti minuti di spettacolo pirotecnico in un solo giorno dell’anno.
La domanda di riperimetrazione proposta dal Comune, intende sostenere un iter che possa in futuro essere reso più agevole ed efficace da un punto di vista procedurale, pur nel massimo rispetto del contesto ambientale murgiano.
La proposta non è, quindi, una decisione imperativa e discrezionale del sindaco, ma passa attraverso una procedura valutativa che permetta di comprendere se nelle due aree (una peraltro privata e da sempre arata) siano già venuti meno i presupposti di tutela previsti dalla Direttiva habitat, per evoluzioni naturali delle aree.
Sono lieto che l’associazione “Madonna della Bruna” abbia indetto un confronto pubblico per il 20 settembre, sarà occasione utile per parlarci come istituzioni e comunità.
I fuochi della Bruna rappresentano non solo un momento importante nella tradizione materana della festa, sicuramente più antica dell’istituzione dello stesso Ente Parco; essi offrono un momento di socialità, distensione finale, epilogo di una giornata incredibile quale quella del 2 luglio, e rappresentano infine un attrattore turistico per il contesto unico in cui vengono sparati.
La riperimetrazione è una possibilità, una strada che può risolvere la questione una volta per tutte, svincolandosi dall’iter delle deroghe all’ultimo minuto e permettendo fuochi di una certa bellezza e dimensione, piuttosto che contenuti e distanti.
L’Ente Parco ha evidenziato delle criticità, da “gestore” che la Regione Basilicata ha istituito nel 1990 con il fondamentale obiettivo e compito di tutelare, recuperare e valorizzare il comprensorio murgiano, ma che non ha funzioni di indirizzo politico-strategico sulla definizione della sua geografia antropica.
Da membro del Direttivo dell’ente auspico che ci si debba concentrare maggiormente sulla gestione del Parco, sul controllo dell’area, su un bando di gestione che fatica ad arrivare e che attendiamo da troppi mesi dopo la conclusione dei lavori sulla Murgia, così come è opportuno concentrarsi con maggiore vigore e rapidità sulla fruizione e valorizzare dell’habitat rupestre e di tutto il patrimonio delle chiese rupestri.
In risposta a certe criticità ambientali o di alcune associazioni, bizzarri i sospetti di pericolo speculativo edilizio, dato che sono aree che rimarrebbero vincolate alle norme urbanistiche, del Parco e del Piano strutturale; ma in ogni caso non possiamo essere ambientalisti a giorni alterni o a seconda della convenienza stagionale o politica.
In un’area naturale integrale protetta Zsc (Natura 2000) è vietata qualsiasi attività antropica, ovvero quelle prodotte dall’azione e presenza dell’uomo, come raccogliere fiori o passeggiare; ci sarebbe necessità di una autorizzazione in deroga per qualsiasi attività, parlando del sito individuato per gli spari, si tratta di circa 9 ettari di terreno arato destinato alla semina da sempre, quindi già fuori norma.
La stessa Cava del sole è un sito nato da una importante azione antropica, quella dei cavamonti, e dobbiamo intenderci anche qui su cosa vogliamo come città per questo sito, dove indubbiamente va preservata l’avifauna, la flora e l’area naturale ma va anche immaginata come una delle più importanti infrastrutture culturali eredità di Matera 2019, in grado di ospitare eventi culturali, dello spettacolo ma anche convegni fino a 8.000 persone, con una scenografia unica in grado di attirare e convincere artisti di fama internazionale a venire a Matera e generare solo l’anno scorso 35mila spettatori, di cui 74% nuovi visitatori della Cava del sole; e soprattutto 1.400 lavoratori.
Va salvaguardata il più possibile l’area della Murgia, ma soprattutto la tradizione della festa della Bruna in tutti i modi e in tutti i suoi aspetti, compresi i fuochi finali nella loro grande bellezza, liberandola da burocrazie e sofismi normativi; sottrarre 9 ettari di seminativi per gli spari tradizionali può essere una strada.
Procedere con autorizzazioni lente e farraginose, provvisorie e in deroga alle norme, le cosiddette VIncA su cui insiste qualche consigliere regionale, sono una scelta di ipocrisia ecologica, politica e normativa, perché o vieti qualsiasi azione antropica o la circoscrivi dove è possibile.
Ha ragione don Francesco Di Marzio quando chiede in modo diretto: confrontiamoci per capire chi ci sta, chi è disposto a metterci faccia e firma per la Festa della Bruna. Io ci sto!”.