Riceviamo e pubblichiamo da parte del dottor Cesare Monaco, la lettera di ringraziamento al personale della lungodegenza dell’ospedale di Tricarico, per la cura avuta nei confronti della sorella deceduta di recente nell’ospedale:
“• Alla d.sa Maggio Rosaria Direttore Sanitario Ospedale di Tricarico.
• Alla dott.sa Domenica Gagliardi Dirigente Medico Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
• Al dr. Nicola Lioi Dirigente Medico Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
• Alla coordinatrice Infermieristica dott.sa Antonietta Albanese Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
• Al personale infermieristico e Ota della Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
• Al dr. Emanuele Paolicelli già Primario della Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
Recinto Nino Nota 27- 75100 MATERA.
• Al dr Luigi Lo Nigro già Primario della Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico
Via Passarelli 27/A- 75100 MATERA
• Alla dott.sa Domenica Giannotta già dirigente Medico della Unità Operativa Semplice Dipartimentale “Lungodegenza Post Acuzie” dell’Ospedale di Tricarico.
• Al dr. Vito Sacco giornalista del quotidiano La Nuova del sud – Tricarico
A pochi giorni dalla dipartita della mia cara sorella, Felicita Monaco, avvenuta il 18 u.s. nella UOS Dipartimentale di Lungodegenza dell’Ospedale di Tricarico, dove era ricoverata dal 2014, dopo un peregrinaggio in varie strutture sanitarie di Puglia e Basilicata per la sua patologia cerebrale cronica, sento il bisogno di esprimere i sensi della mia profonda gratitudine e quelli della mia famiglia, a tutto il personale medico, infermieristico ed ausiliario per la loro vicinanza e l’amorevole assistenza, dedicatale per quasi un decennio.
In particolare, ringrazio la Responsabile Direttore Medico Dott.sa Domenica Gagliardi di grande professionalità ed umanità, il dr. Nicola Lioi sempre attento e disponibile, le coordinatrici infermieristiche, le infermiere/i professionali, gli operatori Socio Sanitari che meriterebbero di essere tutti citati di persona per la loro umanità e dedizione, se la memoria me lo avesse consentito.
Non posso tralasciare in questa citazione il personale che si è avvicendato in questo decennio, come dr. Emanuele Paolicelli già Primario della Unità Operativa Semplice Dipartimentale che accolse per primo la paziente e il dr. Luigi Lonigro, già Primario di quel Reparto, sincero amico, professionista di rara competenza e benevolenza e la dott.sa Domenica Giannotta, attenta ed esperta professionista nonché tutto il numeroso personale infermieristico ed ausiliario che l’ha accudita amorevolmente in tutti questi lunghi anni di martirio, cessati con la morte liberatoria, presaga di una vita migliore (S. Agostino).
Per tutti costoro, che nei tempi della recente pandemia, qualcuno coniò l’aforisma che ‘talora gli angeli vestono camici bianchi e casacche multicolori’ (sic!), si può certamente asserire che quegli Angeli non sono volati via ma sono ancora lì accanto agli sfortunati fratelli, donando le loro fatiche e tenere carezze.
Sono scolpite nella mia mente e nel mio animo le manifestazioni di partecipazione ed affetto che il personale sanitario, infermieristico ed ausiliario ha voluto spontaneamente manifestare in occasione della Sua dipartita, come se si trattasse di una componente del nucleo familiare.
Sì, lo hanno detto loro stessi: Felicetta era parte di quella famiglia di altri sventurati esseri umani, tenuti in vita e amorevolmente curati ed assistiti, nonostante la Scienza attualmente ne esclude il recupero, ma seguendo solo i principi del giuramento ippocratico ‘di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà… mi asterrò dal recar danno e offesa….non somministrerò ad alcuno farmaco mortale…mi adopererò per il sollievo dei malati…’ rifuggendo quindi da scelte personali inerenti il diritto alla vita o alla morte che appartiene solo al Creatore, ma che taluni invocano, come l’eutanasia e l’opposto accanimento terapeutico, facile soluzione per queste patologie senza speranza di recupero.
Se la nostra cara sorella è vissuta, pur con le sue importanti disabilità, per quasi un decennio, il merito è di quel Reparto e del personale straordinario che meriterebbe che gli fosse riconosciuto e valorizzato l’oscuro e difficile lavoro, fatto di sacrifici di dedizione e amore, pur tra le immancabili difficoltà del Sistema Sanitario Nazionale che dimentica la derelitta Regione Basilicata.
Occorrerebbe maggior impegno per rafforzare questa fondamentale, encomiabile e validissima struttura”.