“Il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise, è inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania”.
Mentre gli italiani combattono contro il caro-carburanti, il ministro del Made In Italy, Adolfo Urso, come fa sapere today passa al contrattacco con una nota affermando che “è falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”.
“Il prezzo alla pompa è oggi (mercoledì 16 agosto 2023 ndr) – prosegue Urso – rispetto alla giornata di ieri è sostanzialmente stabile e maggiore di 0,02-0,04 euro rispetto alla rilevazione di domenica.
Si nota quindi un rallentamento del trend degli aumenti, a dimostrazione di come sia stata efficace in questi mesi l’azione del monitoraggio del Mimit (il ministero delle imprese e del Made in Italy) e, a partire dal mese di agosto, lo strumento dell’esposizione del prezzo medio regionale che consente ai consumatori di scegliere dove rifornirsi, in trasparenza e consapevolezza”.
Il ministro spiega poi che le quotazioni internazionali fanno registrare aumenti in linea con quelli dei prezzi alla pompa per gasolio e benzina. Parole che hanno fatto letteralmente insorgere le opposizioni.
Le opposizioni all’attacco: “Altro che taglio delle accise, Il Governo fa cassa sulla pelle delle famiglie”
“Ci ricordavamo Meloni e Salvini che annunciavano il taglio delle accise dei carburanti e ci ritroviamo un governo di destra che a Ferragosto fa cassa con gli aumenti incontrollati di benzina e gasolio sulla pelle delle famiglie, spesso in vacanza.
Una vergogna senza limiti” attacca il deputato Pd Emiliano Fossi.
“Le dichiarazioni del ministro Urso sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà” gli fa eco il collega di partito Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.
“La verità è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi – aggiunge Misiani in una nota -. Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti” aggiunge Misiani, che invita poi il governo a investire maggiormente sui trasporti pubblici
Una contraddizione, quella del taglio delle accise sbandierate in fase elettorale, denunciata anche dal verde Bonelli:
“Durante la campagna elettorale, la presidente Meloni e la sua coalizione avevano promesso montagne d’oro, tra cui il taglio delle accise sulla benzina.
Dopo quasi un anno di governo e una lunga serie di promesse tradite, ci troviamo di fronte a un aumento senza precedenti dei prezzi dei carburanti fossili, che pesa enormemente sulle tasche dei cittadini e delle famiglie italiane.
Pane, pasta, frutta, verdura: beni essenziali diventati quasi inaccessibili per molti a causa di questa spirale di rincari. E quale sarebbe la risposta del governo? Elargire bonus per l’autotrasporto di merci e persone, una soluzione superficiale e di breve respiro che non affronta il vero cuore del problema”.
Il prezzo medio sta funzionando?
E l’evidenza è che il controllo sui prezzi non sta al momento funzionando come il governo vorrebbe. La benzina fa registrare, dall’introduzione del prezzo medio, rincari di 4 centesimi in autostrada.
Il gasolio è invece in crescita di 7 centesimi.
A due settimane dall’operazione cartelloni, voluta da Adolfo Urso per rendere il prezzo dei carburanti più trasparente favorendo gli automobilisti nella scelta del distributore più conveniente, benzina e diesel risultano in costante aumento, stando ai dati forniti dal Mimit (Il ministero delle imprese e del Made In Italy).
Anche esponendo i prezzi medi regionali quindi, gli automobilisti continuano a scontare in questi giorni aumenti di prezzo considerevoli.
“Anche questa mattina, per il sedicesimo giorno consecutivo, i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento.
Il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal Governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti – denuncia la Fegica, la Federazione e gestione impianti di carburanti e affini – C’è quindi bisogno di interventi seri sia in prospettiva, con una riforma strutturale del settore, sia nell’immediato.
I prezzi dei carburanti sono ormai al medesimo livello di quando il Governo Draghi decise di tagliare le accise” conclude l’associazione in una nota.