È dedicato a turismo e distretti industriali l’ultimo focus del centro studi della Cisl Basilicata a cura della responsabile Luana Franchini.
Riprendendo una recente indagine dell’istituto Demoskopika sulla spesa turistica in Italia, l’osservatorio cislino evidenzia che «nel trimestre giugno-settembre si prevede in Basilicata una spesa pari a 293 milioni di euro, in aumento del 22,2 per cento rispetto al 2022, la crescita più alta a livello nazionale, quasi il doppio di quella delle Marche, seconda con un +11,9%.
La stima della spesa turistica – specifica il centro studi della Cisl – riguarda voci come servizi ricettivi, servizi di ristorazione, servizi di trasporto (ferroviario, su strada, marittimo, aereo), noleggio di mezzi, servizi delle agenzie di viaggio e altri servizi di prenotazione, servizi culturali, servizi sportivi e ricreativi, shopping e altre spese».
Un settore che procede con il vento in poppa se è vero che, sottolinea sempre il centro studi della Cisl «per la Basilicata si prevede un incremento rispetto al 2022 sia degli arrivi (+5,3%), che si attesteranno poco sotto il mezzo milione, sia delle presenze (+3,1%) che raggiungeranno quota 1,7 milioni.
Secondo il centro studi della Cisl Basilicata «l’incremento della spesa turistica, oltre a rafforzare il comparto dell’accoglienza e della ricettività turistica, è un’occasione di consolidamento tanto del sistema dell’offerta culturale, attraverso la valorizzazione e la promozione del patrimonio artistico, storico e archeologico, quanto del sistema della produzione agro-alimentare.
È per questo che occorre ragionare e investire in termini di filiere e di ecosistemi perché tutto è collegato o può essere collegabile».
A proposito di filiere ed ecosistemi, nel focus del centro studi si cita anche un recente studio di Intesa San Paolo sui distretti industriali del Mezzogiorno dal quale emerge che:
«nel primo trimestre del 2023 l’export dei distretti industriali del Mezzogiorno ha registrato un aumento tendenziale dell’11 per cento, un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+7,1%).
Tra le regioni del Mezzogiorno – spiega il centro studi della Cisl – i distretti industriali della Basilicata crescono del 7,4 per cento, livello che è inferiore alla media del Mezzogiorno ma in linea con la media italiana.
Questo dato è da mettere in correlazione con quello sull’emigrazione dei laureati. La Basilicata, infatti, secondo un recente rapporto dell’Istat, è la regione che perde più giovani laureati tra i 25 e i 34 anni, registrando una perdita di 40 soggetti ogni mille residenti laureati della stessa classe di età.
Questo fa si che non ci sia un capitale umano formato per far crescere dimensionalmente e qualitativamente il sistema produttivo lucano che, di conseguenza, resta piccolo, poco avanzato e poco innovativo».
Nel focus il centro studi della Cisl Basilicata riprende anche uno studio della società di consulenza Deloitte sul tema «Mezzogiorno 2025» nel quale emerge che «nel settore agro-alimentare, nel commercio, nel comparto immobiliare e nel trasporto e magazzinaggio il Sud ha raggiunto ottime performance in termini di valore aggiunto e numero di imprese, ma vi è la necessità di migliorare l’efficienza tecnica e la capacità del sistema attraverso l’innalzamento del grado di industrializzazione, con investimenti mirati, politiche industriali efficaci, la promozione dell’imprenditoria locale, lo sviluppo delle infrastrutture, il miglioramento delle competenze e della formazione professionale della forza lavoro, l’incremento della spesa in ricerca e sviluppo, infine – tema che sta particolarmente a cuore del sindacato – attraverso la riduzione dell’irregolarità degli occupati che consentirebbe anche una maggiore qualificazione e professionalizzazione portando sia al miglioramento reddituale e di qualità della vita dei lavoratori sia al rafforzamento complessivo del sistema produttivo e dell’occupazione».
Osserva il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo:
«Questi dati ci indicano che la nostra regione deve migliorare molto in termini di efficienza produttiva e consolidare l’efficienza di quei settori in cui evidenzia già un buon livello di efficienza, come il manifatturiero, il trasporto e magazzinaggio e soprattutto il turismo dove è la prima del Mezzogiorno.
Per intraprendere un cammino di solida e realistica speranza occorre osservare, per rafforzarli ed ampliarli, i segni positivi dell’economia lucana, consapevolmente all’interno di una cornice di fragilità, orientando politiche e investimenti verso la creazione di filiere, di poli e di ecosistemi di cui la Basilicata è carente, anche per motivazioni di ordine sociale e di scarsa propensione alla coesione territoriale, evitando la frammentazione e la parcellizzazione che in una regione di piccoli numeri risulta essere deleteria.
Innovazione, coesione, sinergia, internazionalizzazione e sostenibilità sono le direttrici che deve seguire tutto il sistema Basilicata per rafforzare i suoi punti di forza».