La storia che vi stiamo per raccontare è quella di Naomi Panariello, una 23enne originaria della provincia di Potenza
Forza e determinazione sono le caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinta sin dall’età di 13 anni quando ha scoperto di avere una brutta malattia.
Originaria di Vietri di Potenza, Naomi vive a Montemurlo (Po) da quando aveva 9 anni.
La sua passione è stata sempre il calcio, una passione che ben presto ha dovuto abbandonare per via della malattia.
L’adolescenza di Naomi è stata sconvolta da una brutta notizia: scopre di avere una piastrinopenia (una malattia autoimmune della coagulazione del sangue), lei stessa ha raccontato al giornale la nazione:
“Agli inizi non sapevo cosa fosse, quindi ero abbastanza tranquilla.
Quando, invece, mi sono resa conto che una piccola ferita può essere letale e che questa patologia porta anche ad emorragie interne, ho iniziato a preoccuparmi.
Per anni ho avuto paura di fare le cose più semplici, come: tagliare il pane o andare in bici.
Per lunghi periodi dell’adolescenza mi sono sentita bloccata.
Le difficoltà sono state tante e le ho superate con l’aiuto della mia famiglia e della mia comunità Cristiana evangelica.
Sono testarda e so cosa voglio fare.
Con il tempo ho cominciato a buttarmi nei miei interessi, ma sempre con la paura di farmi male.
Posso dire di aver superato buona parte di quest’ansia e imparato a convivere con la malattia.
Non ne sento più il peso come un tempo.
Ho ripreso a giocare a calcio l’anno scorso perché i valori delle piastrine sono tornati normali.
Fin da bambina ho praticato questo sport.
Mi piace perché è un’attività in cui non ci si può tirare indietro, bisogna essere forti.
Ed io ho bisogno di sentirmi tosta come gli altri. Giocare a calcio è un modo per dire che posso farcela e che di fronte alle difficoltà non mi tiro indietro.
La malattia è sempre presente, non regredirà, oggi si è stabilizzata.
Con accertamenti continui posso svolgere una vita normale.
Certo, alcune ferite possono essere letali.
Ma preferisco non concentrarmi sul problema, altrimenti non vivo più.
Per ora non seguo alcuna terapia.
Cerco soltanto di stare attenta.
Prima di entrare in campo per caricarmi, ascolto Emma Marrone, una canzone in particolare, Dimentico tutto, perché mi rispecchia molto e mi dà coraggio.
Vorrei incontrare questa cantante e dirle che la sua musica mi ha salvata.
In futuro? Forse la malattia peggiorerà, c’è questo rischio, cercherò di affrontarla.
Non mi spaventa. Ora voglio concentrarmi solo sulla mia passione: il pallone”.
Oggi fa la commessa in un negozio di un centro commerciale di Campi Bisanzio (Fi) e studia scienze infermieristiche a Pistoia, fa volontariato all’ospedale Meyer di Firenze e suona la chitarra.
Ma la notizia più bella è che è riuscita ad entrare a far parte della squadra femminile del Real Aglianese.
Finalmente può giocare a pallone senza limiti, perchè dopo anni di stop forzato i medici le hanno dato l’ok per ritornare in campo (ed è il caso di dirlo: di rimettersi in “gioco”).
Facciamo i complimenti alla giovane Naomi per il suo coraggio, augurandole di vivere al meglio il suo sogno perchè siamo certi che ad attenderla ci sarà un futuro ricco di belle sorprese.