Questa mattina si è svolta l’udienza, a porte chiuse, nella quale la quinta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
Ricordiamo che Pittella lo scorso 6 Luglio fu condannato a scontare gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana condotta dalla Procura di Matera.
Il 23 Agosto scorso gli avvocati Emilio Nicola Buccico e Donatello Cimadomo, difensori di Marcello Pittella, preso atto delle motivazioni del Tribunale del Riesame, hanno riproposto il ricorso in Cassazione precisando:
“Dalle motivazioni emerge un quadro indiziario lacunoso privo di elementi di novità rispetto alla ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari.
Le argomentazioni restano meramente congetturali, inidonee a giustificare la restrizione della libertà personale del dottor Marcello Pittella.
Il ricorso per Cassazione appare necessario al fine di ottenere una pronuncia che riconosca l’infondatezza della tesi accusatoria.
Nessuna novità, dunque, nelle motivazioni del Riesame rispetto a quelle addotte dal Gip per giustificare il provvedimento degli arresti domiciliari per il Presidente Pittella.
Cosa sostenne il Gip nel provvedimento?
L’esigenza cautelare venne motivata per ‘il concreto pericolo di reiterazione’ dei reati di abuso d’ufficio e falso, ‘solo che si consideri che negli ultimi giorni ha manifestato la volontà di ricandidarsi a governatore della regione Basilicata’ e ‘in questo modo continuerà a favorire i suoi accoliti per un vantaggio di tipo elettorale”.
Motivazione che destò, fra l’altro, “stupore e forte perlessità” in Gennaro Migliore, capo gruppo del Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera e già sottosegretario alla Giustizia.
“Ho la sensazione – sostenne – che le scelte giudiziarie possano essere condizionate e a sua volta condizionare, comunque intrecciarsi con le vicende di carattere elettorale.
Trovo che il richiamo all’appuntamento elettorale sia stato involontariamente inopportuno: Cosa vuol dire?”, si chiese Migliore, che aggiunse: “Forse che se Marcello Pittella non si fosse ricandidato non avrebbe rischiato l’arresto?
Le esigenze cautelari per un presunto reato possono essere motivate dalla partecipazione a un appuntamento elettorale?
I criteri per i quali un cittadino possa o meno candidarsi sono stabiliti per legge, per altro molto restrittiva come la Severino, così come è responsabilità del partito che candida verificare quali siano le possibili incompatibilità politiche”.
Il 24 Settembre scorso il gip ha revocato i domiciliari sottoponendo Marcello Pittella alla misura del divieto di dimora a Potenza (che continua ad essere valido).
I giudici hanno accolto il ricorso di Pittella e annullato con rinvio la decisione del tribunale del Riesame di Potenza che sarà dunque chiamato a decidere nuovamente sulla vicenda alla luce delle indicazioni di legittimità determinate dalla Cassazione.