L’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, ha sospeso l’accettazione dei pazienti provenienti da fuori regione.
Ecco quanto si apprende in un comunicato:
“Sono passati ormai due anni dal giorno in cui l’Ospedale Generale Regionale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA) ha dovuto interrompere – ogni anno nell’ultima parte di esso – l’accettazione di pazienti residenti al di fuori della regione Puglia a causa di un tetto invalicabile posto a partire dal 2021.
Un periodo in cui l’Ente si è comunque prodigato in uno sforzo lavorativo volto a garantire l’assistenza necessaria al proprio territorio di riferimento, fiducioso che gli impegni presi dai referenti istituzionali regionali ed extraregionali avrebbero trovato seguito in tempi ragionevoli.
Purtroppo, nonostante i tentativi condotti in merito alla possibilità di poter aumentare il tetto relativo alle prestazioni extraregionali in forza di “accordi regionali di confine”, nulla è mutato.
Infatti, alle sollecitazioni più volte inviate dalla regione Puglia alle regioni limitrofe, non c’è stato alcun seguito.
A fronte di questo silenzio, oggi l’Ospedale “F. Miulli” deve necessariamente sospendere l’accettazione di pazienti provenienti dalle altre regioni e in modo particolarmente significativo dalla Basilicata, sia per le prestazioni di ricovero che per quelle di day service e di specialistica ambulatoriale.
Anche le prestazioni attualmente già prenotate non potranno dunque essere soddisfatte.
Questa decisione, sebbene molto sofferta e a lungo procrastinata, arriva a tutela dell’equilibrio finanziario dell’Ente e a garanzia della prosecuzione del proprio operato sanitario, onde poter assicurare il rimborso anche a copertura del surplus dell’attività extraregionale già svolta nel corso del 2023, che ad oggi non trova riconoscimento.
L’Amministrazione dell’Ospedale “F. Miulli” non può dunque nascondere il rammarico per questo inevitabile provvedimento e per le ripercussioni nei confronti delle persone più fragili e in difficoltà, che si vedranno costrette a recarsi presso altre strutture eventualmente più distanti e con le quali dovranno sviluppare un nuovo rapporto fiduciario”.