Si conclude con un fine settimana ricco di musiche e grandi interpreti la XXIV edizione del Festival Duni che già si prepara a celebrare il traguardo del prossimo anno raggiungendo il quarto di secolo e attestandosi come uno dei più longevi festival musicali del Sud Italia, da dove guarda al mondo della musica antica nella contemporaneità.
Il primo appuntamento sarà venerdì 17 novembre alle 20:30 a Palazzo Viceconte con l’ensemble strumentale La Chimera diretto dal liutista Eduardo Egüez e il baritono Furio Zanasi, tra le voci più amate del repertorio barocco, in un programma intitolato Concerto per il Cardinal Montalto. Roma 1620; la programmazione continua sabato 18 novembre nella chiesa di San Giovanni Battista alle 20:30 con il progetto Alle amate lontane-Lettere amorose in musica da Monteverdi a Beethoven con il soprano Carlotta Colombo, l’arpista barocca Chiara Granata e la voce narrante del musicologo Dinko Fabris.
Ultimo concerto di questa eclettica edizione al Teatro Guerrieri domenica 19 novembre alle 20:30 quando il pianista di fama internazionale Emanuele Arciuli eseguirà le 36 variazioni sulla canzone El pueblo unido jamás será vencido di Frederic Rzewski compositore statunitense trapiantato in Italia dagli anni 60 e scomparso due anni fa a 83 anni.
Così Dinko Fabris, direttore artistico del Festival Duni dal 2018 commenta le ultime scelte del Festival:
“L’ultimo, intenso, week end musicale di questa edizione del Festival Duni, intende declinare in ulteriori territori, preziosi e diversi, il tema generale della voce cantata nella musica del passato, vista dall’osservatorio del sud e del Mediterraneo.
Si è scelta una data per un concerto immaginario ma plausibile, collocato nella Roma del 1620, quando in piena Controriforma i cardinali facevano a gara per manifestare il proprio splendido mecenatismo nei confronti delle arti e della musica: il più melomane fu certamente il Cardinal Montalto, di cui si ricostruisce il mondo sonoro con la voce inconfondibile di Furio Zanasi e gli strumenti tipici del tempo (chitarrone e chitarra, arpa tripla, il lirone e la viola da gamba).
Seguirà uno spettacolo insolito e curioso, che vale ad unire il primo Seicento con l’Ottocento romantico, da Monteverdi a Beethoven, in un viaggio attraverso le “lettere amorose” inviate a vere o immaginarie amanti lontane.
Infine, per concludere la nostra Rassegna con un tocco di ottimismo e di positività il nostro arrivo nella contemporaneità – troppo spesso oscurata da terribili accadimenti tutto intorno a noi – abbiamo accolto la proposta di Emanuele Arciuli, tra i massimi esperti di musica “americana” per pianoforte ma non solo, di rendere omaggio al compositore statunitense naturalizzato italiano Frederic Rzewski eseguendo le sue Variazioni su “El pueblo unido jamás será vencido”, un canto collettivo sudamericano che univa i popoli di tutto il mondo contro le dittature e la barbarie, fatto conoscere ed amare all’Italia dai mitici Inti Illimani.”
L’esibizione di venerdì 17 novembre ci porta nella Roma del 1600 quando la città diviene capitale del mecenatismo e musicisti, cantanti e strumenti virtuosi di tutta Italia trovano accoglienza nei palazzi sempre più splendidi di cardinali e nobili.
Tra tutti si distinse per la sua passione musicale il marchigiano Cardinal di Montalto, Alessandro Damasceni Peretti (1571-1623), nipote del Papa Sisto V. Il Concerto della Chimera ricostruisce, probabilmente per la prima volta in tempi moderni, una ideale serata intorno al 1620 nel Palazzo del Cardinal Montalto, con un’ampia scelta di brani vocali a voce sola e strumenti, affidati ad uno dei massimi specialisti della vocalità barocca, Furio Zanasi, e all’insieme di strumenti della Chimera, complesso creato e curato da Sabina Colonna e Eduardo Egüez.
L’Ensemble, fondato nel 2001 da Sabina Colonna-Preti come consort di viole da gamba, prende una forma diversa e arricchita dall’incontro con Eduardo Egüez: preservando le caratteristiche sonore originarie delle viole, La Chimera diventa un versatile ensemble composto da artisti di fama internazionale.
L’attività del gruppo si concentra sulla creazione di progetti originali dove convergono le diverse forme d’arte e culture portate dai membri del gruppo che provengono, a seconda dei progetti da attuare, da Argentina, Venezuela, Francia, Senegal, Italia, Svezia, Cuba, Norvegia.
Nascono così, oltre a progetti interamente dedicati alla musica antica, progetti di early-fusion (termine coniato dall’ensemble nel 2003 in occasione dell’uscita del primo album) per fondere musica antica e moderna, prevalentemente di matrice popolare. Fin dalla sua fondazione l’Ensemble si è esibito in alcuni dei più importanti luoghi e festival in Europa e in America e ha registrato per varie case discografiche. Giungendo a Matera per la prima volta, l’Ensemble La Chimera vedrà la partecipazione di: Sabina Colonna Preti, lirone e violone; Carolina Egüez, viola da gamba; Carlotta Pupulin, arpa tripla; Eduardo Egüez, chitarrone, chitarra barocca e direzione
Sabato 18 novembre nella chiesa di San Giovanni Battista a Matera alle 20:30 con ingresso gratuito sarà possibile seguire l’originale e coinvolgente progetto “Alle amate lontane. Lettere amorose in musica da Monteverdi a Beethoven” con il soprano Carlotta Colombo, Chiara Granata all’arpa barocca e la voce narrante del musicologo Dinko Fabris, che ha ideato il progetto.
“Nel 1816 Ludwig van Beethoven compose un ciclo di Lieder intitolandolo “An die ferne Geliebte” (All’amata lontana).
Secondo gli storici della musica si tratterebbe del primo “ciclo” di canzoni (Lieder) di un grande compositore europeo, anche se la volontà di Beethoven sembra piuttosto quella della struttura ad anello (Liederkreis) in cui il tema iniziale è usato per la conclusione di tutto” spiega Fabris, ideatore del progetto e direttore artistico del Festival “In realtà Beethoven aveva già manifestato più volte la sua ispirazione artistica per il tema della donna lontana e irraggiungibile: nelle famose tre lettere “All’amata immortale” del 1812 e prima ancora nella lirica giovanile Adelaide del 1795.
Il compositore di Bonn non era certamente il primo, poiché la stessa tematica ricorre in tutta la poesia per musica europea, dai trovatori alle canzoni del nostro terzo millennio; ma certamente ebbe una particolare fioritura durante il secolo della supremazia in Europa del madrigale italiano, tra Rinascimento e Barocco.
Il madrigale rinascimentale è la forma di musica che più si avvicina al Lied romantico, Con i lamenti e le “lettere amorose “di Claudio Monteverdi e dei suoi contemporanei, i due livelli si mescolano fino a confluire in un’unica straordinaria situazione artistica dove le ferite d’amore sono lenite dalla stessa musica che le racconta, due secoli prima di Beethoven che persegue forse la stessa autoterapia. Grazie all’ “arpa tripla”della specialista Chiara Granata e alla luminosa voce di Carlotta Colombo, queste lettere amorose parleranno ancora al pubblico di amanti lontani e irraggiungibili.
E così il cerchio (Kreis) si chiude.”
Chiara Granata, arpista milanese, dopo aver compiuto gli studi tradizionali al Conservatorio G. Verdi di Milano, si è specializzata nell’esecuzione della musica antica su strumenti originali, conseguendo il diploma di arpa barocca e il diploma di arpa a movimento semplice all’Accademia Internazionale della Musica di Milano, e la laurea con lode al biennio superiore del Conservatorio Dall’Abaco di Verona. Il soprano Carlotta Colombo intraprende lo studio del canto fin dalla giovane età di sedici anni, nel 2018 ottiene il Diploma Accademico di II livello con lode e menzione d’onore e, nel 2021, quello in Canto Rinascimentale e Barocco con lode e menzione d’onore.
Dinko Fabris è uno dei musicologi italiani più conosciuti nel mondo. Dopo il PhD all’Università di Londra ha insegnato per molti anni nei Conservatori di Bari e di Napoli ed è attualmente Professore di musicologia all’Università della Basilicata nelle sedi di Matera e Potenza.
È anche Honorary Fellow dell’Università di Melbourne e dal 2022 Professore ordinario di Musica antica storicamente informata nei corsi dottorali ACPA dell’Università di Leiden.
È stato il primo presidente italiano dell’International Musicological Society (2012-2017) di cui come Past President coordina lo Study Group “Mediterranean Music Studies”. È general editor della New Gesualdo Edition (Bärenreiter Verlag) e membro della Commision Mixte del RISM internazionale e della Fondazione Levi di Venezia.
Specialista della storia musicale di Napoli dal XV al XIX secolo ha pubblicato centinaia di saggi e alcune monografie. Dal 2018 è direttore artistico del Festival Duni di Matera.
La conclusione del Festival domenica 19 novembre alle 20:30 dal palco del Teatro Guerrieri è affidata alle 36 variazioni virtuose del compositore statunitense Frederic Rzewski (1938-2021), sulla canzone popolare andina “El pueblo unido jamás será vencido”: a cinquant’anni dal tragico colpo di stato in Cile dell’11 settembre 1973 che insieme alla vita di Allende distrusse le speranze di tanti giovani sudamericani, quella canzone di protesta portata in Europa dagli Inti Illimani ci aiuta ancora oggi a capire quanto il cantare possa contribuire alla libertà e alla giustizia in un mondo, purtroppo, non molto migliore in questo terzo millennio. Dopo l’indimenticato concerto di Beatrice Rana di due anni fa, la presenza per questo concerto del pianista barese Emanuele Arciuli conferma un dialogo tra le musiche antiche e la contemporaneità in cui il pianoforte è tuttora un ponte prezioso.
Con un repertorio che spazia da Bach alla musica del nostro tempo, Emanuele Arciuli è ospite regolare di festival, orchestre ed istituzioni musicali tra le più prestigiose a livello internazionale.
A proprio agio nel repertorio solistico con orchestra, in recital e in ambito cameristico, Emanuele Arciuli è considerato tra i massimi interpreti della musica del XX e XXI secolo, con particolare riferimento ai compositori statunitensi: sono più di cinquanta le pagine composte per lui da autori come George Crumb, Milton Babbitt, Frederic Rzewski, Michael Nyman, Michael Daugherty, John Luther Adams. Nel 2011 gli è stato conferito il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati” come miglior solista dell’anno.
Dal settembre 2023 è Accademico effettivo di Santa Cecilia. È titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “Piccinni” di Bari, insegna all’Accademia di Pinerolo dove coordina il biennio postgraduate di pianoforte contemporaneo, ed è professore ospite in numerose Università̀ degli Stati Uniti.
In Appendice al Festival, Giovedì 23 novembre alle ore 11:00 nelle aule dell’Istituto Comprensivo Pascoli Matera Emanuele Tosto e Mariapia Di Lecce, su commissione del Festival, presenteranno il loro progetto originale e inedito Il canto e le immagini dedicato alle scuole.