Con la consegna ufficiale delle chiavi e la firma dell’affidamento lavori all’impresa, il sindaco Domenico Bennardi, e l’assessore ai Lavori pubblici, Angelo Cotugno, hanno avviato stamattina i cantieri per il restauro del cineteatro “Duni” di Matera.
Un’importante opera di architettura moderna, sulla quale si interverrà con il massimo rispetto in termini conservativi.
All’incontro era presente anche il progettista, l’architetto materano Luigi Acito con parte del suo staff.
A ricevere le chiavi è stato il titolare dell’impresa, Gianluca D’Alessandro, che si è impegnato ad avviare immediatamente i lavori, dopo aver definito tutti gli aspetti logistici del cantiere.
Una sfida ambiziosa, raccolta dal titolare dell’impresa materana “D’Alessandro restauri”, che ha già riqualificato la cattedrale di Matera.
Ha commentato Bennardi:
“Per noi è una giornata storica con la firma ufficiale del contratto e l’apertura di questi cantieri tanto attesi, su cui stiamo investendo 7,5 milioni.
L’impresa è materana, questo ci rassicura per quello che si può definire il restauro di un’autentica cattedrale dell’architettura moderna”.
Così Cotugno:
“Finalmente dopo un lungo e tortuoso percorso amministrativo, passiamo alla fase operativa che consentirà alla comunità di avere finalmente il suo teatro, recuperando una fetta di storia importante di architettura cittadina”.
Soddisfatto e orgoglioso l’architetto Acito, che nel corso degli studi preliminari ha avuto modo di scoprire anche il carattere innovativo, per gli anni Quaranta, di alcune soluzioni tecniche adottate nel Duni.
Come il “plenum” sottostante il piano sopraelevato, realizzato nel 1947 con un plafone che portava l’aria calda sotto le sedie.
Un intervento avveniristico per l’epoca, merito del grande architetto Ettore Stella.
La stessa soluzione sarà adottata oggi, conservando quel plenum e realizzandone un altro per riscaldare la platea, con una sorta di camera d’aria.
Ha detto Acito:
“Sono molto emozionato; è un sogno che si avvera.
Ora siamo nelle mani dell’impresa, che è notoriamente molto competente.
Questo sarà uno dei primi esempi d’Italia nel restauro di un’opera contemporanea, quindi l’augurio è quello di completarla in 365 giorni”.
D’Alessandro ha raccolto la sfida:
“Si sente nell’aria la soddisfazione dell’Amministrazione e dell’architetto, che ha dedicato una vita agli studi di queste opere moderne.
Ce la metteremo tutta per non deludere nessuno”.
Il restauro prevede, tra l’altro, la sostituzione delle poltrone che saranno più larghe e distanziate fra loro, consentendo una capienza finale di 750 posti.
I pannelli fonoassorbenti sulle pareti, saranno sostituiti da strutture moderne fonoriflettenti, per migliorare e potenziare l’acustica.
Anche la luce, storico handicap della sala, sarà oggetto di uno studio con soluzioni tecniche all’avanguardia, che garantiranno una distribuzione più omogenea e funzionale.
Il “Duni” è uno dei pochi teatri moderni del ‘900 censiti da “Docomomo”, associazione nata 28 anni fa a Roma per documentare, conservare e valorizzare gli edifici ed i complessi urbani del 1900.
Ha come interlocutori studiosi, dipartimenti universitari, enti locali e industrie impegnate nel campo del restauro, nonché il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo.
Ecco le foto.