“Tutto deve ruotare attorno all’uomo, soprattutto l’economia, che non deve essere mai disgiunta dai traguardi di etica e la ricerca affannosa di mercati esteri, che comportano maggiori benefici fiscali e maggiori guadagni alle grandi imprese, può confliggere spesso con il progresso democratico e rispettoso del mondo occupazionale locale.
È per questo che l’intera materia della concorrenza nel mercato interno comunitario è regolata da disposizioni che hanno come scopo quello di vietare posizioni dominanti al fine di non falsare o limitare la concorrenza tra le imprese all’interno dell’UE”.
Così inizia una riflessione condivisa dal Circolo Fratelli d’Italia di Irsina attraverso la sua responsabile del Dipartimento Comunicazione, Daniela Calzone.
“Per quanto riguarda la fusione delle imprese, è stato predisposto il controllo preventivo da parte della Commissione al fine di evitare che tale operazione potesse trasformarsi in un limite alla libera concorrenza.
In verità, nel 2019, anno in cui si ebbe la fusione tra FCA e PSA, fu sottoscritto un pacchetto di impegni con cui veniva debellata la possibilità che si creasse una posizione dominante da parte della nascente casa automobilistica.
Nel 2021 nacque così Stellantis, croce e delizia (anzi, più croce che delizia) dei suoi lavoratori.
Nel contempo, l’UE lanciò una sfida energetica imponendo lo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 e nel comprensorio industriale di Melfi, cuore dell’azienda madre Stellantis, venne avviata la produzione di vetture totalmente elettriche.
Tuttavia, la dipendenza dalla disponibilità delle materie prime cinesi ha comportato rallentamenti nella produzione presso gli stabilimenti italiani, in quanto era impensabile che la Cina dovesse fare concorrenza a sé stessa e Stellantis, ha deciso di spostare al di fuori dell’Italia e dell’Europa la sua produzione, mettendo una pietra tombale sullo sviluppo di un’industria automobilistica e di un suo indotto in Basilicata.”
Il Presidente Provinciale di FdI Matera Michele Giordano, sottolineando il ruolo svolto dal governo Meloni, aggiunge:
“In questo quadro si è reso così necessario l’intervento urgente da parte del nostro Governo che, come emerso in occasione della visita del Ministro Urso in Basilicata, ha approntato diverse misure atte a contrastare questa situazione.
Tra questi provvedimenti vi è la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il Ministro del Made in Italy e l’associazione della filiera dell’automotiva; l’istituzione di un tavolo permanente di sviluppo del settore; la previsione di incentivi per l’acquisto delle auto da destinare alle fasce di reddito più deboli e politiche volte ad attrarre gli investimenti in Italia scoraggiando chi delocalizza che, pertanto, dovrà restituire ogni beneficio e agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni.
Il fine di tutte queste azioni sarà portare la produzione italiana di auto da 430.000 vetture (dato 2022) ad un milione, favorendo così produzione e occupazione.
Ancora una volta il governo Meloni dà l’esempio di una buona politica volta a invertire il declino”.