È una vera e propria polveriera sociale, quella che rischia di esplodere con l’annunciata Cassa integrazione straordinaria (Cigs) dei 420 dipendenti della “Callmat”, società laziale che gestisce nella città dei Sassi i servizi di call center per conto della Tim.
Stamattina il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, con il suo vice Antonio Materdomini, hanno incontrato una delegazione del sindacato Snater Basilicata, composta dal segretario Nicola Calia, con l’omologo organizzativo Alessandro Miolla e quello aggiunto Raffaello Licchelli.
I lavoratori hanno spiegato al sindaco la delicata e critica situazione della Callmat, dove sono impiegati prevalentemente cittadini materani di età comprese tra 35 e 40 anni.
In molti casi intere famiglie lavorano nella sede materana, e si ritrovano oggi di fronte allo spettro della Cigs e del licenziamento, con figli a carico e mutui da pagare.
Il 22 Febbraio scorso, infatti, la proprietà Callmat ha annunciato un fortissimo ridimensionamento occupazionale, proprio nella sede di Matera.
Una situazione drammatica, che sarà affrontata la prossima settimana in due vertici programmati presso la prefettura e negli uffici regionali.
Il sindaco Bennardi si è mostrato fortemente preoccupato per la situazione rappresentata dall’organizzazione sindacale Snater Basilicata, che se portata a termine danneggerebbe il tessuto economico e sociale di Matera e della sua provincia.
Ha detto Bennardi al termine dell’incontro:
“Occorre accendere i riflettori su questa delicata vertenza facendo pressione sul ministero e sui vertici nazionali di Tim, che sembra voglia ridimensionare pesantemente la commessa di Callmat.
Dall’altra parte, però, anche l’azienda dovrebbe mettere in campo soluzioni alternative magari spostando su Matera altre tipologie di commesse per salvaguardare il presidio, che ormai da circa 20 anni dà lavoro a tante famiglie.
Questa soluzione è possibile e praticabile, perché com’è noto i servizi di call center non sono legati a una prestazione di tipo territoriale, tant’è che spesso vengono addirittura delocalizzati all’estero.
Quindi, Tim o non Tim, il presidio e l’occupazione dei dipendenti di Matera devono essere assolutamente salvaguardati.
Avvierò da subito tutte le iniziative necessarie, per contrastare la scelta aziendale di ritirarsi di fatto dal territorio.
Stamattina ho incontrato i sindacalisti di Snater ma sono disponibile a dialogare anche con i rappresentanti di altri sindacati, per accogliere segnalazioni e proposte.
È quantomai necessario unire le forze politico-istituzionali, al di fuori di ogni restrizione partitica, per salvare il futuro della Callmat e delle 420 famiglie che vivono a lavorano nel call center di Matera”.