Due strutture eccellenti nell’assistenza della popolazione anziana di Matera, rischiano di dover interrompere le proprie attività lasciando senza cure circa 200 anziani e senza lavoro più di 150 persone, per la mancata firma da parte della Regione Basilicata dei contratti di convenzione, essendo i due presìdi già riconosciuti dal Servizio sanitario nazionale.
È la situazione drammatica in cui versa la Residenza sociale per anziani “Centro geriatrico” e la Residenza socio-sanitaria per anziani “Villa Anna”, entrambe di Matera.
Il mancato rinnovo della convenzione, infatti, non consente ai gestori di ridurre le rette per gli utenti, che sono piuttosto alte per le esigenze di un’assistenza qualificata, con il rischio per decine di addetti di perdere il lavoro.
Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, che nelle scorse settimane ha visitato Villa Anna, avviando un dialogo con i vertici dell’Azienda sanitaria materana, è preoccupato per le sorti dei due presìdi, soprattutto dopo l’annuncio del Centro geriatrico di interrompere le attività già dal prossimo 10 aprile.
Alle due strutture, infatti, manca solo il contratto e le risorse fondamentali per sostenere attività importantissime in una città come Matera, con una crescente percentuale di anziani affetti da patologie croniche delicate, che richiedono assistenza semi residenziale continua.
Bennardi è preoccupato per la scarsa attenzione della Regione Basilicata nei confronti di strutture che attendono lo sblocco di risorse utili a ridurre le rette delle famiglie dei pazienti in assistenza nei due presìdi, aumentando il numero delle utenze.
Poi ci sono i lavoratori, che dal 10 aprile al Centro geriatrico potrebbero vedersi sospesi i contratti professionali.
Il sindaco di Matera ritiene davvero vergognosa, la scarsa attenzione per strutture di fatto convenzionate, che offrono un servizio sanitario praticamente pubblico.
È necessario provvedere prima possibile, per scongiurare un’interruzione del servizio che danneggerebbe le famiglie in primis, poi i lavoratori dipendenti delle due strutture e anche il servizio sanitario pubblico, che sarebbe sovraccaricato ulteriormente in seguito al mancato supporto del privato convenzionato.