“Continua ad aumentare l’elenco delle difficoltà con le quali gli agricoltori lucani, al pari di gran parte dei colleghi del resto della Penisola, sono costretti a confrontarsi quotidianamente; alla difficile congiuntura economica, infatti, caratterizzata da elevati costi di produzione e da sfavorevoli condizioni di mercato, si sono aggiunti gli effetti del meteo avverso, con un inverno estremamente caldo al quale ha fatto seguito una primavera molto secca con scarsissime precipitazioni”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Basilicata Nicola Minichino, ad avviso del quale “si tratta di una situazione decisamente critica, che sta compromettendo molti comparti produttivi di punta dell’agroalimentare lucano”.
Rimarca il presidente:
“Le poche piogge hanno quasi azzerato la disponibilità idrica necessaria a irrigare i campi, con conseguenze dirette sulla produttività delle aziende.
Si stimano cali produttivi significativi, che per il grano duro arrivano fino al 50-60% e che riguardano praticamente tutti i seminativi, con riduzioni nell’ordine del 40% e danni anche maggiori per le leguminose e per le foraggere, con gravissime ripercussioni sulla filiera zootecnica; senza contare, poi, il comparto olivicolo, che paga lo scotto dell’assenza di programmazione delle semine orticole primaverili ed estive a pieno campo.
A fronte della gravità della situazione, sulla quale continuano a pesare anche le conseguenze dei danni causati dalla fauna selvatica, e in particolare dai cinghiali, è fondamentale accelerare con la nomina della nuova giunta regionale, così da avere un assessore di riferimento che possa tutelare il tessuto imprenditoriale e produttivo del Primario della Basilicata.
Tra le prime questioni che il nuovo assessore all’agricoltura dovrà necessariamente affrontare ci sono sicuramente l’emergenza siccità e la scarsità idrica, effettuando una rapida ricognizione e una prima stima dei danni, condizione fondamentale per poter avviare le procedure previste dal Dlgs 102/04 e accedere così, una volta riconosciuto lo stato di calamità, al Fondo di solidarietà nazionale.
Nel caso in cui quest’ultimo venga riconosciuto, le aziende agricole possono beneficiare di una sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, della sospensione o del differimento del termine per gli adempimenti degli obblighi tributari e previdenziali e del pagamento delle rate e degli effetti del credito agrario e, infine, di un anticipo sui pagamenti dei premi PAC”.