Le modifiche al decreto Superbonus stanno mettendo in ginocchio l’intero comparto dell’edilizia privata.
Il Presidente di Confapi Aniem Matera, Mario Bitonto, interviene sulle ultime disposizioni emendative introdotte dal Governo in merito al Superbonus.
Dice:
“Si tratta di un pasticcio giuridico che compromette la tenuta di un intero sistema economico, occupazionale e sociale, minando la fiducia tra Stato e imprese.
Siamo di fronte a oltre trenta interventi modificativi, che ogni volta producono effetti retroattivi, modificano condizioni e presupposti sui quali si erano basate scelte, programmazioni, investimenti.
Secondo Confapi Aniem dall’esame attento del testo approvato emergono criticità insostenibili.
In particolare, stiamo già assistendo agli effetti determinati dall’eliminazione delle residue possibilità di cessione del credito/sconto in fattura e alle conseguenze provocate dal divieto delle compensazioni con i debiti previdenziali e assicurativi. In queste ore le banche stanno mettendo in discussione plafond e impegni già assunti.
Tutto ciò avviene con una modalità senza precedenti, intervenendo su processi in corso, su pianificazioni e investimenti imprenditoriali fondati sull’applicazione di leggi dello Stato.
Il Presidente nazionale di Confapi Aniem, Giorgio Delpiano, chiede da tempo di garantire una conclusione ordinata della gestione di questa esperienza sulla quale, fin da subito, avevamo segnalato anche la presenza di elementi che andavano tempestivamente corretti.
Ma così non sta avvenendo, la colpa delle imprese è stata, evidentemente, quella di fidarsi dello Stato.
Delpiano ha chiesto al Ministro Giorgetti l’immediata apertura di un tavolo di crisi che possa valutare tempestivamente gli effetti di queste misure, pensare a interventi correttivi e avviare una politica economico/fiscale in grado di superare la logica degli interventi a spot e condividere misure strutturali anche per far fronte agli impegni previsti dalla direttiva europea sulle case green.
Confapi Aniem vuole mantenere un atteggiamento responsabile ma dobbiamo dare risposte concrete al comprensibile e legittimo malessere delle imprese.
In caso contrario a livello nazionale valuteremo la possibilità di avviare azioni anche di carattere giuridico-amministrativo per sostenere le rivendicazioni del sistema produttivo”.