“A due mesi esatti dalle elezioni regionali, gli agricoltori lucani non hanno ancora un assessore di riferimento con il quale confrontarsi e discutere concretamente delle soluzioni per mettere mano alle gravissime conseguenze della perdurante assenza di piogge che imperversa sulla Regione e che sta complicando non poco la tenuta socioeconomica di una componente insostituibile della produzione della Basilicata”.
Lo rimarca il presidente della Copagri Basilicata Nicola Minichino, rilanciando l’appello avanzato a maggio dalla Federazione e facendo notare che “la mancanza di un assessore è uno svantaggio anche nei rapporti col Masaf, vista l‘impossibilità di procedere con la richiesta dello stato di calamità.
L’agricoltura, come noto, è un settore legato alla ciclicità delle stagioni, un comparto che per la sua natura intrinseca non può permettersi il lusso di aspettare i tempi della politica, a maggior ragione in una fase complessa quale quella attuale, caratterizzata da una difficile congiuntura economica, con elevati costi di produzione e sfavorevoli condizioni di mercato.
I produttori agricoli, inoltre, continuano a essere stretti nella morsa della siccità e pagano lo scotto di un inverno estremamente caldo, al quale ha fatto seguito una primavera molto secca con precipitazioni pressoché assenti.
Si tratta di una situazione drammatica, che ha svuotato gli invasi e azzerato la disponibilità idrica necessaria a irrigare i campi, dove sono ormai compromesse le coltivazioni di grano duro, per cui si stimano cali produttivi del 60-70%, e di tutti i seminativi, le leguminose e le foraggere, senza contare le gravissime ripercussioni su tutta la filiera zootecnica.
Non più tardi di un mese fa, quando la situazione dell’agricoltura era decisamente meno compromessa rispetto alla condizione attuale, avevamo lanciato un accorato appello al presidente della Regione Vito Bardi, affinché si facesse carico delle difficoltà del Primario lucano.
Questa richiesta, inviata in un momento nel quale c’era ancora qualcosa che si potesse salvare, è purtroppo caduta nel vuoto, tanto che il presidente non solo non ci ha mai convocato, ma neanche risposto.
Oggi la scarsità idrica sta assumendo una portata tale da costringere le autorità idriche a chiedere a tutti i comuni di limitare il più possibile, se non azzerare, l’utilizzo dell’acqua per tutti gli usi non essenziali.
Dove non arriva la siccità arrivano i cinghiali, che distruggono quel poco che è rimasto“.