“Le difficoltà in cui versa il Deu sono note da tempo, così come è chiaro che anche le iniziative adottate dalla Direzione Aziendale dell’Asp non sono state ad oggi sufficienti a sanare le criticità, prima fra tutte la carenza di personale, nonostante le numerose immissioni che non riescono a compensare le carenze, ma anche qualche falla organizzativa, comprensibile in un servizio a così alta complessità, ma ormai troppo frequente”.
Così Giuliana Scarano, segretaria generale della Fp CGIL Potenza, che aggiunge:
“Non più tardi di giovedì scorso abbiamo contestato all’Azienda il ricorso ad ordini di servizio estemporanei, fatti non per supplire ad esigenze improvvise, ma per coprire turni già scoperti in fase di predisposizione.
Non possiamo, tra l’altro, sottacere il grande disagio dei lavoratori, che si trovano già abbondantemente sopra il monte ore ordinario, con turni preventivi contenenti straordinario che, uniti alle pronte disponibilità rendono le giornate libere davvero esigue.
Ritrovarsi in questa situazione a dover organizzare improvvisamente la vita privata e familiare, soprattutto in presenza di figli piccoli e coniuge turnista, diventa davvero arduo, e non più accettabile per i lavoratori.
Il Deu 118, come tutti i servizi di Emergenza Urgenza, è già di per sé un tipo di attività ad alto livello di stress e burnout, ma la pressione a cui è sottoposto attualmente rischia seriamente di minarne l’integrità psicofisica.
Siamo convinti che molte delle difficoltà gestionali abbiano origine da una scelta, che riteniamo errata, effettuata dall’Asp, ovvero quella di istituire l’U.O.C. “Centrale Operativa, Elisoccorso, Protocolli Operativi”, lasciando all’incarico di UOSD Gestione e Coordinamento dei PP.TT.S la gestione di buona parte del personale (su circa 600 unità, solo un centinaio fanno capo strettamente alla centrale operativa), da un lato non garantendo omogeneità di scelte e ottimizzazione delle risorse umane, dall’altro svuotando, di fatto, l’incarico del responsabile dell’Unità operativa complessa.
Per garantire la stabilità degli organici ed il livello di professionalità, serva adottare politiche aziendali che ripensino il servizio di emergenza – urgenza nell’ottica della razionalizzazione delle risorse umane e dell’indispensabile servizio salvavita nei confronti dell’utenza, scelte attente alla formazione di questi professionisti – predisponendo rinnovati protocolli operativi e procedure – e alla motivazione del personale, anche attraverso un’incentivazione economica, tra l’altro prevista nella legge regionale 21/99 istitutiva del servizio, in un dipartimento ad alto livello di stress e burnout che vede fuga di addetti e difficoltà di reperimento di nuove risorse umane.
Ciò non solo per trattenere il personale in servizio, ma per attrarne di nuovo.
Nella stessa Legge istitutiva del Deu, all’art. 16 comma 10, «in funzione degli obiettivi da perseguire e della particolarità dell’impegno lavorativo nell’ambito dell’emergenza sanitaria, considerato particolarmente usurante, al personale, appartenente al servizio sanitario regionale, coinvolto saranno riconosciuti compensi aggiuntivi attraverso progetti obiettivo definiti dal Dirigente di Basilicata soccorso su parere del Comitato tecnico e finanziati dalla Regione».
Articolo che, a quanto ci risulta, è inapplicato dal lontano 2015, anno nel quale del milione di euro che la Regione stanziava per i progetti obiettivo del personale del Deu 118 si sono perse le tracce.
Non possiamo tralasciare, altresì, che la situazione ideale sui mezzi di soccorso non medicalizzati dovrebbe essere non di due, ma di tre unità (infermiere, autista e soccorritore), al fine di dotare ogni singolo equipaggio di capacità gestionale autonoma dell’intervento e rispondere a quanto previsto dalle norme sulla movimentazione carichi previste dal decreto legislativo 81/2008 sulla salute dei lavoratori, rafforzando altresì il livello di sicurezza.
Ma ciò richiederebbe una revisione della Legge Regionale istitutiva del servizio.
Un altro tema spinoso e che necessita di essere affrontato con celerità è quello della stabilizzazione dei medici convenzionati del 118, ma anche di accordi con la Asm, per risolvere, tramite protocolli d’intesa, le criticità del personale in servizio nel territorio del materano, ma dipendente Asp, in quanto il Dipartimento ha valenza regionale.
E’ necessario ridisegnare la geografia del Dipartimento Emergenza Urgenza, al fine di rendere il più omogeneo, rapido ed efficace possibile sull’intero territorio regionale, connotato da una difficile orografia e da gravi carenze infrastrutturali della rete viaria, l’immediato intervento di soccorso richiesto dai cittadini da parte delle postazioni del 118, superando l’attuale sistema a microaree che ha mostrato tutte le sue inefficienze.
Per queste e per una miriade di ulteriori motivazioni, che potranno essere esplicitate nel corso degli incontri, come Fp Cgil chiediamo all’Assessore alla Sanità l’attivazione di un urgente e non più rinviabile tavolo regionale di confronto specifico sul 118″.