Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, che costò la vita al giudice Paolo Emanuele Borsellino.
L’Amministrazione comunale di Matera celebra il ricordo di persone come Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Chinnici e gli agenti delle scorte mantengono viva la luce della legalità e della giustizia e onorano il nostro Paese.
Proteggere l’eredità morale di coloro che per la giustizia hanno sacrificato la propria vita, e continuare sul sentiero da loro tracciato è un dovere di tutti noi, oltre che il primo passo fondamentale di un percorso significativo per consegnare alle nuove generazioni gli strumenti per essere costruttori di un presente e di un futuro liberi, partecipando attivamente alla vita civile, sociale, politica ed economica nazionale ed europea.
Scriveva Paolo Borsellino:
“Sono diventato giudice perché nutrivo una grandissima passione per il diritto civile, ed entrai in magistratura con l’idea di diventare un civilista.
Poi, il 4 maggio 1980, uccisero il capitano dei carabinieri Emanuel Basile, e il capo dell’ufficio istruzioni Rocco Chinnici volle che mi occupassi io dell’istruttoria.
Nel mio stesso ufficio, nel frattempo, era approdato il mio amico di infanzia, Giovanni Falcone e, sin da allora, capii che il mio lavoro doveva essere un altro: avevo scelto di rimanere in Sicilia, a questa scelta dovevo dare un senso.
I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra di essi dovevo esclusivamente preoccuparmi”.