“I 36 nuovi posti letto nelle Rsa di Matera effetto della contrattualizzazione del centro Geriatrico e di Villa Anna rappresentano un passo avanti nella risoluzione delle criticità legate all’assistenza socio-sanitaria in favore degli anziani non autosufficienti, criticità che comunque permangono e che per primi abbiamo denunciato con una mozione, presentata alla stampa due mesi fa, insieme al collega Chiorazzo e che è al primo posto dell’elenco delle mozioni in discussione in Consiglio regionale”.
È quanto afferma, in una nota, il Capogruppo di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello.
Aggiunge Vizziello:
“Registriamo, con soddisfazione, come detta mozione sia divenuta oggetto di attenzione da parte di molti colleghi della maggioranza consiliare come il consigliere Morea che in qualità di Presidente della IV Commissione si è fattivamente adoperato per sboccare l’impasse della contrattualizzazione di due residenze socio assistenziali di Matera, il consigliere Picerno che ha proposto in maniera originale l’istituzione di un garante degli anziani e infine il consigliere Napoli che si è limitato ad assumere la nostra mozione come testo base di un suo analogo atto di indirizzo, nel vano tentativo di assumere la paternità di una iniziativa che non gli appartiene”.
Sottolinea Vizziello:
“Un plauso doveroso al Commissario dell’ASM Maurizio Friolo cui va il merito di aver lavorato alla risoluzione della spinosa questione della contrattualizzazione delle Rsa materane, ponendo rimedio alle fattispecie poste in essere dalla precedente governance dell’ASM rappresentata dalla dottoressa Pulvirenti e che non potevano ritenersi soddisfacenti, alla luce dei principi di trasparenza e di buon andamento imposti dalla legge all’azione amministrativa.
Il dato della Basilicata di soli 8 anziani non autosufficenti su 1000 a cui è garantita l’assistenza socio sanitaria residenziale è emblematico di un dramma che si svolge quotidianamente nella nostra regione, quello degli ultrasettantacinquenni costretti ad accedere al pronto soccorso o a rimanere ricoverati nei reparti ospedalieri per ricevere assistenza.
Un dramma che si estende alle famiglie di questi soggetti fragili che, non avendo le risorse economiche per pagare il costo delle rette nelle Rsa, si trovano a dover scegliere tra il lavoro, la propria dimensione familiare e l’assistenza al proprio congiunto.
C’è ancora tanto da fare e soprattutto occorre adoperarsi in maniera costruttiva e responsabile alla risoluzione delle tante criticità che caratterizzano il nostro sistema sanitario, mettendo da parte i personalismi e le sterili esposizioni mediatiche che corrono il rischio di relegare qualcuno nel ruolo di sterile epigono di altri”.