“L’accentuazione di particolarismi è un tratto comune in questa fase storica, dimenticando che in passato tale comportamento ha sempre assunto un ruolo disgregatore.
Il tentativo di lucrare qualche consenso agitando antagonismi e contrapposizioni che appartengono più al mondo dello sport che alla vita sociale, economica e politica, rischia solo di tradursi in divisioni e autolesionismo”.
E’ quanto sottolinea il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, commentando la proposta di referendum sull’annessione di Matera alla Puglia.
Dice Bardi:
“Non sottovaluto il tema che, oltre ad attrarre i media ripropone la grande questione della coesione regionale e dello sviluppo di relazioni sempre più intense tra i vari centri del territorio.
Ma l’autoreferenzialità finisce per alimentare una tentazione isolazionistica.
E con prospettive “esotiche” di poter contare di più in regioni demograficamente molto più grandi della Basilicata, proprio come la Puglia che ha realtà urbane significative a cui sono attestate centri decisionali, amministrativi e burocratici”.
Secondo il presidente, queste iniziative possono:
“produrre uno scollamento tra Matera e il resto del territorio, a partire dalla sua stessa provincia che avvertirebbe la tentazione della città dei Sassi di non farsi carico anche delle problematiche dell’hinterland.
Tra l’altro, tutto ciò impatterebbe sull’immagine di Matera che a livello internazionale viene percepita come il simbolo di una Basilicata capace di interagire virtuosamente con il resto del Paese, l’Europa e il mondo.
Il governo regionale è consapevole del suo ruolo trainante per l’industria culturale (e non solo, considerando le altre componenti produttive) ed è impegnato, più in generale, a rilanciare specificità, vocazioni e protagonismi dei diversi territori.
Questa è la strada per contrastare fenomeni di disgregazione e per valorizzare l’immagine propositiva e positiva della Basilicata.
Sono convinto che la gran parte dei cittadini e dei partiti politici non sia per le divisioni, ma guardi con interesse al protagonismo delle varie aree territoriali in una logica di concertazione, condivisione e modernità”.