Assegno di inclusione, dal 2025 cambia tutto: i dettagli

Dal prossimo anno cambiano le regole per l’Assegno di inclusione, con la decurtazione di una mensilità ogni 12 mesi per i beneficiari dello strumento di sostegno al reddito che dal 2024 ha sostituito il Reddito di cittadinanza.

Come riporta money, infatti, va detto che i cambiamenti di cui vi stiamo parlando non dipendono da una decisione presa dal governo in quanto con la legge di Bilancio non si interviene sull’Assegno di inclusione, per il quale rimangono invariate le regole per l’assegnazione della misura come pure per quantificare l’importo.

Il fatto che nel 2025 cambia la durata dell’Assegno di inclusione è dovuto a regole già previste dalla normativa originaria, quel decreto n. 48 del 2023 con il quale viene disciplinata la nuova misura di sostegno al reddito.

Così come era per il Reddito di cittadinanza, infatti, viene stabilito che non c’è un vero e proprio limite per l’Assegno di inclusione dal momento che può essere rinnovato per tutte le volte che si vuole, fermo restando il mantenimento dei requisiti richiesti dalla normativa.

Tuttavia, a differenza del Reddito di Cittadinanza viene ridotta la durata dopo il primo rinnovo, che passa da 18 a 12 mesi.

E dal momento che tra un rinnovo e l’altro deve esserci un mese di sospensione, basta fare qualche proiezione su cosa succederà nei prossimi anni per rendersi conto che per coloro che già dal 2024 beneficiano dell’Assegno di inclusione dal prossimo anno verranno pagate solo 11 mensilità.

Per approfondire la ragione per cui dal prossimo anno cambia tutto per quanto riguarda la durata dell’Assegno di inclusione bisogna guardare a cosa prevede la normativa.

In prima istanza l’Assegno di inclusione spetta per un massimo di 18 mensilità consecutive, decorse le quali il diritto alla prestazione decade indipendentemente dal mantenimento dei requisiti richiesti.

Dopodiché è possibile fare la richiesta di rinnovo della prestazione, la quale si può inviare dal mese successivo a quello in cui risulta esserci stato l’ultimo pagamento.

Ad esempio, se la 18a mensilità è stata pagata a settembre, la domanda per il rinnovo potrà essere avanzata solo da ottobre.

E dal momento che l’Assegno di inclusione decorre dal mese successivo a quello in cui è stata fatta la domanda, il successivo pagamento scatterà solamente da novembre.

Risulta così soddisfatto il requisito per cui tra due periodi deve esserci il mese di sospensione, previsto in questo caso nel mese di ottobre.

E fin qui nessun cambiamento rispetto a come era previsto per il Reddito di cittadinanza.

La novità sta invece nel fatto che nei periodi successivi al primo rinnovo la durata massima dell’Assegno di inclusione scende a 12 mesi.

Ogni 12 mesi ci sarà quindi un mese di sospensione, il che comporterà che per la maggioranza dei beneficiari durante un intero anno solare le mensilità percepite non saranno più 12 ma 11.

Sono poco meno di 700 mila le famiglie che hanno fatto domanda del beneficio già nel corso del 2024.

Per questi la scadenza dei 18 mesi ci sarà il prossimo anno: quindi, già nel 2025 le mensilità pagate saranno 11 e non 12.