L’antibiotico-resistenza rappresenta una crescente minaccia per la salute pubblica a livello globale, tanto da spingere organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Unione Europea e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) a intervenire con raccomandazioni e Linee Guida per limitare l’uso inappropriato di antibiotici e arginare un fenomeno le cui conseguenze possono rappresentare un pericolo serio per la comunità.
Questo problema, complesso e multifattoriale, è alimentato da un uso a volte eccessivo, ma soprattutto spesso inappropriato degli antibiotici.
Tale uso è riscontrabile tanto nell’ambito della medicina umana che in quella veterinaria; si assiste inoltre a un incremento di infezioni ospedaliere causate da microrganismi resistenti difficili da controllare.
Questi fattori contribuiscono a rendere la resistenza agli antibiotici una priorità sanitaria globale.
Gli esperti di tutto il mondo sono preoccupati.
Consumiamo troppi antibiotici, anche quando non sono necessari.
Risultato: i batteri stanno sviluppando una preoccupante resistenza a questo tipo di farmaci fondamentali per la salute individuale e collettiva.
In Italia – dove il fenomeno è più evidente che altrove – ci sono aree del Paese più a rischio di altre.
E si trovano soprattutto al sud.
Nel Mezzogiorno, come fa sapere skytg24, l’assunzione di antibiotici è assai maggiore che nel resto dello Stivale.
Quasi 15 punti percentuali in più.
Il record, negativo, è della Basilicata con il 47,7 per cento della popolazione ha assunto antibiotici durante l’anno 2023.
Poi Puglia (47,3%) e Abruzzo (46,2%).
Dall’altra parte della classifica la Provincia Autonoma di Bolzano (23,3%), il Friuli (28,6%), la Valle d’Aosta (29,2%).
Questi i dati.