Diocesi di Matera-Irsina: ecco il messaggio di saluto di Mons. Caiazzo, neo eletto Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina, alle Autorità civili e militari

Pubblichiamo il testo del Messaggio alle Autorità civili e militari che mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, neoeletto Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina, ha pronunciato questa sera nella Cattedrale di Matera prima di inaugurare i nuovi spazi espositivi del Museo diocesano:

“Carissimi fratelli e sorelle che siete a servizio dello Stato italiano e, quindi, del nostro territorio e della nostra gente, grazie perché, ancora una volta, siete convenuti in questa Basilica Cattedrale rispondendo all’invito di partecipare a un momento di riflessione comunitaria prima di inaugurare la nuova ala del Museo Diocesano, facente parte di quel Polo Culturale – comprendente Museo, Biblioteca, Archivio che sarà consegnato alla città e all’intera Regione.

È uno dei quattro segni lasciati dal Congresso Eucaristico Nazionale del 2022. Domani mattina, a Pisticci, avrò l’onore di inaugurare il Centro Polifunzionale “La Luce” intitolato a Don Leonardo Selvaggi. Questi segni si aggiungono alla Mensa della Fraternità Don Giovanni Mele e ci auguriamo di poter presto concretizzare il quarto segno avviando una cooperativa che produca l’uva per il vino della Santa Messa. Abbiamo già avviato una trattativa nella zona di Serra Marina, sperando che si concretizzi al più presto.

Siamo grati alla CEI per il generoso contributo di 160.000€, che ha reso possibile questi progetti. Ringrazio il rappresentante della CEI, il Dott. Claudio Grisanti, per la sua significativa presenza e il suo sostegno.

Saluto con gratitudine il Signor Prefetto, Sua Eccellenza Dott.ssa Cristina Favilli, ringraziandola per il caloroso saluto a nome di tutte le istituzioni. Siamo fieri del cammino fatto insieme e auguriamo il meglio per quanto il Signore mi chiede in terra di Romagna. Grazie di cuore per la vicinanza e l’affetto sincero.

Durante l’omelia del 1° marzo, ho rivolto un pensiero particolare a voi istituzioni. Oggi, vista la presenza ancora più ampia anche di chi rappresenta la cultura e l’arte, vorrei aggiungere quanto mi suggerisce Gesù nelle sue parole. Come pastore che sta per lasciare questa meravigliosa terra sento di essere sempre voce di una Chiesa esperta in umanità. Partendo dall’insegnamento di Gesù, ritengo fondamentale il vostro ruolo come punto di speranza, riferimento, e fiducia per tutti.

  • Siete un segno di speranza perché, come ci ricorda Gesù, “Voi siete il sale della terra” (Mt 5,13). Il sale dà sapore, conserva, preserva dal deterioramento, ma è anche curativo e brucia. Assistiamo spesso a tanta disperazione che, soprattutto tra le nuove generazioni, sfocia nel suicidio o nella ricerca di sensazioni particolari con elisir artificiali e droghe che rendono schiavi. Abbiamo bisogno di voi, di prevenire prima ancora di curare, promuovendo una cultura della carità, della fraternità e dell’amore per la vita. Cose che tanti di voi già fanno egregiamente. Ma, soprattutto, in quest’anno del Giubileo siete chiamati a contribuire a riaccendere la speranza. Se anche noi dovessimo perdere il gusto e l’opera per il bene comune, significherebbe tradire quanti hanno posto in noi le loro speranze. E non a caso Gesù dice: “ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”.
  • Siete un punto di riferimento perché il Signore vi ricorda: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14). Senza luce, si barcolla nel buio. La nostra terra e la nostra gente hanno bisogno di questa luce, perché c’è troppo buio, rassegnazione, paura, pessimismo e solitudine, soprattutto tra i giovani costretti a lasciare la nostra amata Basilicata. Voi siete una certezza ogni volta che, con il vostro impegno e sacrificio, riuscite a riaccendere quella fiammella che diventa luce, aiutandoci a difendere la dignità umana e a tracciare una progettualità seria, frutto di una programmazione comune. Grazie per tutte quelle volte che, attraverso il vostro intervento, riuscite a riaccendere la luce negli occhi e a ridare il sorriso. Non a caso Gesù chiude dicendo: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Guai a noi se non fosse così.
  • Siete guardati con fiducia. Gesù ci ricorda ancora: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti” (Mt 13,33). La massa è tanta, il lievito è poca cosa, eppure fa lievitare tutta la pasta. Voi siete pochi rispetto a tutto il territorio e la gente da servire, eppure siete essenziali perché si possa gustare la fragranza del pane e sentire il suo profumo, come il pane di Matera che ci rimanda al nostro Congresso Eucaristico: “Tornare al gusto del pane”. La nostra gente, soprattutto nei confronti della politica, sta perdendo la fiducia. Basterebbe pensare alla continua diminuzione della partecipazione alle votazioni. Siamo invitati a essere più propositivi per riconquistare quella fiducia che sta venendo meno, permettendo al pane di essere vero pane che nutre e sostiene.

 La nostra gente abita spazi di umanità da sempre e oggi chiede il contributo di tutti perché questi spazi non si svuotino e di certo invocano quelle che possiamo definire delle virtù: del buon governo, dove la politica e la cultura diventino “la forma più alta della carità”, della giustizia sociale, della comunicazione a servizio della verità e dell’informazione che aiuti tutti a crescere e a sentirsi responsabili e protagonisti.

Al termine di questo saluto, permettetemi di ringraziare tutto lo staff dell’Ufficio Tecnico Diocesano, iniziando da Don Michele Leone e Don Antonio Lopatriello, e tutte le maestranze per l’impegno profuso per arrivare a questo momento. Mi dispiace non aver potuto consegnare interamente quanto era nei miei desideri. Sono certo che da questo momento in poi si proseguirà con determinazione per inaugurare l’intero polo culturale e non solo.

Grazie ancora a tutti. Vi benedico”.