Referendum: studenti e lavoratori fuori sede possono presentare richiesta per votare. Ecco come fare

L’8 e il 9 Giugno si terranno cinque referendum e, in via sperimentale, anche gli studenti fuori sede potranno votare nel comune in cui si trovano temporaneamente.

La possibilità, già concessa in occasione delle elezioni europee del 2024, è stata confermata dal decreto-legge n. 27 del 2025, in vigore da marzo.

Ma attenzione, come spiegato da quifinanza, per usufruirne è necessario presentare domanda entro il 4 maggio.

Oltre agli studenti, potranno votare fuori sede anche i cittadini che si trovano lontano dal proprio comune di residenza per motivi di lavoro o di salute per un periodo di almeno tre mesi.

Per votare nel comune di domicilio temporaneo, gli elettori fuori sede devono presentare una richiesta al comune in cui si trovano per motivi di studio, lavoro o salute.

La domanda va compilata utilizzando l’apposito modulo disponibile sul sito del Ministero dell’Interno e deve essere accompagnata da:

  • una copia di un documento di riconoscimento valido;
  • una copia della tessera elettorale;
  • un documento che attesti la condizione di fuori sede.

Le modalità di invio della domanda variano a seconda del comune.

A Roma e Napoli, è possibile presentare la richiesta via Pec, via email oppure recandosi di persona (o tramite delega) all’ufficio elettorale.

A Milano e Torino, oltre alla presentazione allo sportello, è disponibile una procedura online accessibile con Spid o carta d’identità elettronica.

A Bologna, la domanda si invia esclusivamente online, anche senza Spid.

Per conoscere le istruzioni dettagliate, è necessario consultare il sito ufficiale del proprio comune.

Nella domanda è anche possibile indicare la propria disponibilità a svolgere il ruolo di scrutatore o presidente di seggio.

I comuni che ospitano elettori fuori sede dovranno inviare l’attestazione di ammissione al voto entro il 3 giugno, anche via email.

Prima di farlo, dovranno coordinarsi con il comune di residenza del richiedente per escluderlo dai registri del seggio di origine, evitando così doppi voti.

Durante i referendum, i fuori sede voteranno in sezioni elettorali speciali o ordinarie, a seconda del numero di richieste ricevute dal comune ospitante.

In ogni caso, il giorno del voto sarà sempre necessario presentarsi con i documenti citati prima, ovvero la tessera elettorale originale, l’attestazione di ammissione al voto e un documento di identità valido.

Ma per cosa si vota?

Quattro dei cinque referendum in programma si concentrano sul tema del lavoro.

  • Il primo quesito propone di reintrodurre la tutela reale per i licenziamenti illegittimi, eliminata con il Jobs Act, la riforma del lavoro varata dal governo Renzi.

Se approvato, consentirebbe ai lavoratori licenziati ingiustamente di essere reintegrati nel proprio posto di lavoro.

  • Il secondo mira ad abrogare il tetto massimo dell’indennizzo economico previsto per i licenziamenti senza giusta causa nelle aziende con meno di 15 dipendenti.

L’obiettivo è restituire al giudice la piena discrezionalità nel determinare il risarcimento, in base alla gravità del caso.

  • Il terzo quesito riguarda i contratti a termine.

La proposta intende cancellare le modifiche legislative degli ultimi anni che ne hanno facilitato l’uso, con l’intento di contrastare la precarietà e incentivare forme di impiego più stabili.

Si punta così a ripristinare regole più restrittive per l’assunzione a tempo determinato.

  • Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro.

In questo caso, si propone di abrogare alcune norme che, secondo i promotori, riducono la responsabilità delle aziende in tema di prevenzione degli infortuni.

Lo scopo è rafforzare le tutele per i lavoratori, aumentando le misure preventive e le responsabilità dei datori di lavoro.

  • Infine, il quinto quesito riguarda la cittadinanza per cittadini extra-Ue.

La proposta prevede di ridurre da dieci a cinque anni il requisito minimo di residenza legale in Italia necessario per presentare domanda.