Il consigliere regionale Paolo Castelluccio, a seguito delle vicende che stanno interessando Pomarico (MT), ha voluto esprimere il suo parere.
Il consigliere ha dichiarato:
“Stato di emergenza o stato di calamità naturale la frana di Pomarico richiede innanzitutto un impegno di stretta sinergia ad ogni livello istituzionale e politico.
Per questa ragione le visite elettorali di esponenti di centrosinistra come di centrodestra, di queste ore, non aiutano.
Bisogna prendere lezione dalla saggezza dei cittadini di Pomarico che hanno testimoniato come i segnali della profonda tragedia erano evidenti già da tempo ed andavano solo interpretati.
Adesso stringiamoci tutti intorno alle famiglie colpite e alla comunità locale.
Persino il dibattito, pur necessario, su cosa si poteva fare e non è stato fatto, va rinviato per evitare divisioni e per non perdere di vista cosa fare da oggi in poi sino alla messa in sicurezza dell’intero abitato.
Leggo in proposito di quotidiani nazionali che scrivono di Pomarico ‘a pochi chilometri da Matera’ creando solo un allarmismo che non ha motivo di esistere e che se non stoppato in tempo potrebbe avere serie ripercussioni negative per Matera 2019.
Nei giorni scorsi ho voluto ricordare, non certo per spirito polemico ma per affermare la verità dei fatti, che la Regione ha messo a punto un piano di interventi di contrasto al dissesto idrogeologico che riguarda ben 107 comuni su 131, ed ha definito un crono programma, attraverso le risorse finanziarie necessarie, poi bloccate dalla mancata parifica del bilancio da parte della Corte dei Conti e solo successivamente sbloccate.
Ma i ritardi nella pubblicazione dei bandi di gara per gli interventi previsti pesano come macigni.
Si istituisca pertanto una task force prima di tutto di alto livello scientifico che affianchi Giunta regionale, Amministrazione comunale, Ministeri interessati per assumere decisione di breve e medio termine.
Sul piano del metodo la svolta che i cittadini d Pomarico si attendono è di vedere affermata una strategia di vera e propria programmazione perché non sarà la dichiarazione di stato di emergenza piuttosto che di calamità naturale a risolvere i complessi problemi”.