E’ stato ricordato sul Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, pubblicato in questi giorni, la figura del Carabiniere Giusto Agnesod, ucciso in servizio ad Irsina il 4 marzo 1944, ad appena 23 anni.
Il militare dell’Arma proveniva da Lessolo, un piccolo comune in provincia di Torino.
Era il terzo di quattro figli, tra cui Perfetto e Germano, entrambi Carabinieri.
Il destino fu nefasto anche per quest’ultimo, morto il 3 giugno 1943 nell’ospedale da campo n. 76 di Atene, durante le operazioni di guerra svoltesi in territorio greco-albanese dove era stato mandato con il 1° Battaglione Mobilitato CC.RR..
La notte del 4 marzo 1944, il Carabiniere Giusto Agnesod era di pattuglia ad Irsina.
Dall’una alle cinque, insieme al Carabiniere Giuseppe Rubino, Agnesod doveva vigilare, a piedi, il territorio di Irsina, in particolare la strada statale 96 che dal paese conduce a Gravina in Puglia: un’arteria attraversata all’epoca da centinaia di automezzi militari che da Bari portavano rifornimenti e truppe al fronte alleato.
Di notte, a causa dei numerosi tornanti e dell’elevato tonnellaggio, i mezzi procedevano molto lentamente, diventando facili prede di banditi del luogo che riuscivano ad impossessarsi di parte del carico.
La presenza notturna, costante, dei militari provava così ad ostacolare un gruppo di giovani irsinesi dediti a reati contro il patrimonio, assaltando mezzi militari alleati e depredando privata proprietà.
All’una e trenta, la pattuglia incrociò due irsinesi, Giuseppe Casino e Maria Altieri, che con due traini stavano andando a Matera per prendere della farina destinata alla popolazione.
Poco più avanti, i Carabinieri controllarono due giovani che alla loro vista tentarono di spostarsi al lato della strada, lasciando scivolare in terra una pistola.
Un gesto che non sfuggì ai militari dell’Arma.
La pistola venne subito recuperata e dopo una veloce perquisizione i due ragazzi furono invitati a seguire i militari in caserma.
Il gruppo avanzava quando, percorsi una ventina di metri, da un vicolo sbucò un terzo individuo che uccise Agnesod con un colpo di pistola alla testa sparato a bruciapelo.
Irsina lavò col pianto l’onta di quell’esecrante delitto, come testimoniano le parole pronunciate dal parroco Don Peppino Arpaia nella Cattedrale di Irsina in occasione dei solenni funerali:
“Armato, non ha fatto uso delle armi, non ha ucciso, non ha voluto uccidere, per rispetto sacro della vita, alla vita di giovani traviati, nella speranza di ricondurli alla via del bene.
Egli continua così la tradizione della sua Arma Benemerita, tradizione gloriosa dell’eroismo e di sacrificio”,
e rivolgendosi alla madre del povero Giusto:
“A questa mamma infelice, cui bisogna pur far sapere l’infausta perdita del suo diletto figliolo, voi direte che tutta IRSINA ha pianto sul suo caduto, che tutte le madri hanno occupato il posto della sua mamma in doloroso compianto, che tutte le fanciulle d’IRSINA, hanno sfilato con gli occhi pieni di lagrime avanti alla sua bara baciandogli le mani”.
Il ricordo del giovane eroe è ancora presente nella memoria di molti anziani irsinesi e nella comunità, che nel 1981 volle intitolargli una strada vicino l’attuale caserma dell’Arma.
I suoi resti mortali sono riposti in un piccolo sacrario militare realizzato nel cimitero comunale.
Di seguito uno stralcio con la foto del Carabiniere Giusto Agnesod tratta dall’articolo pubblicato sul Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri.