In data odierna, il Tribunale di Matera-Sezione Unica Penale, condividendo le argomentazioni degli inquirenti, ha disposto la confisca dei beni preventivamente sequestrati nell’ambito di un’indagine di natura patrimoniale, nei confronti di un 50enne di Ferrandina con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, nonché imputato per i delitti di usura ed estorsione.
L’indagine disposta dal Procuratore della Repubblica di Matera dott. Pietro Argentino e condotta dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Pisticci, ha permesso di individuare un patrimonio costituito da beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie e precisamente:
- 8 terreni agricoli;
- 4 fabbricati;
- 11 conti/depositi con istituti finanziari;
- 1 autovetture;
- 1 motoveicolo di grossa cilindrata;
che l’inquisito poteva disporre anche attraverso fittizie intestazioni a prestanome, per un valore complessivo di 1.000.000 di euro.
La normativa antimafia, applicata per la prima volta nella provincia materana, ha permesso il provvedimento ablatorio nei confronti del soggetto “socialmente pericoloso” che nel tempo aveva accumulato un patrimonio ritenuto dagli inquirenti sproporzionato rispetto al reddito e pertanto ritenuto essere il prodotto o comunque reimpiego di illeciti profitti.
I beni confiscati sono stati affidati in amministrazione all’AGENZIA NAZIONALE PER L’AMMINISTRAZIONE DEL BENI CONFISCATI che li destinerà prioritariamente a finalità sociali e produttive.
In particolare con le recenti modifiche introdotte dal decreto sicurezza del 4.10.2018, gli immobili sequestrati potranno anche essere destinati, tramite procedure ad evidenza pubblica, per incrementare l’offerta di alloggi da destinare a soggetti in particolari e precarie condizioni di disagio economico e sociale.