Oggi, Giovedì 21 Marzo, si celebra la Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2019.
Durante la giornata, in tutta Italia, sono state organizzate numerose iniziative per sensibilizzare ed informare le persone su che cosa questa sindrome rappresenta e che cosa invece non è.
Soprattutto, per ricordare come alcuni semplici gesti quotidiani (andare a scuola, praticare uno sport, uscire con gli amici) siano ancora spesso, purtroppo, un traguardo lontano per molte persone con questa sindrome.
Osservando una foto colorata del corredo cromosomico specifico della sindrome, si parla spesso anche della ‘Giornata mondiale dei calzini spaiati’, che solitamente viene festeggiata il primo Venerdì di Febbraio.
La frase simbolo dell’edizione del 2019 è dedicata proprio ai bambini affetti da sindrome di down: “tutti uguali, tutti diversi, tutti importanti“.
Una delle iniziative previste per la ‘Giornata della Sindrome di Down’ Di oggi è quella, appunto, di far indossare ad adulti e bambini calzini spaiati: per ricordare a tutti, anche attraverso i colori, quanto sia importante l’inclusività per persone con SdD.
In ufficio o a scuola, il 21 Marzo rappresenterà un’occasione per (ri)portare l’attenzione su un tema tanto delicato quanto attuale: attraverso il colore dei calzini ci si ricorderà e discuterà della SdD, perché è solo parlando liberamente che si può creare conoscenza.
In occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down, anche la Città di Montescaglioso, su idea della Consigliera Francesca Panico ed il supporto dell’Assessore Francesca Fortunato, ha aderito all’iniziativa CALZINI SPAIATI per ricordare, attraverso i colori, quanto sia importante l’inclusività per persone con SdD.
Nella nota del Comune di Montescaglioso si legge:
“Siamo tanti e tutti diversi l’uno dall’altro, dobbiamo solo saperci accettare e avere pazienza di cercare, un po’ come facciamo al mattino quando non troviamo i calzini dello stesso colore”.
Per fare inclusione non basta inserire dei bambini o dei ragazzi con Sindrome di Down – Autismo – Asperger in una scuola, così come non serve inserire un ragazzo in un contesto lavorativo se l’ambiente non è pronto e preparato ad accoglierlo.
E’ necessario preparare l’ambiente e la società dal punto di vista culturale.
Si potrà davvero fare inclusione solo quando la disabilità sarà percepita come manifestazione naturale e legittima della più variegata specie umana”.
Alcuni scatti sono della fotografa Angela Braj.