“L’UNIVERSITÀ DELLA BASILICATA È UN PATRIMONIO DI TUTTI I LUCANI, DOBBIAMO DIFENDERLO!” QUESTO L’INVITO

Solo pochi giorni fa Michele Napoli, Presidente del Gruppo Consiliare Forza Italia di Basilicata, ha precisato che:

“Nessun dipartimento dell’Università degli studi della Basilicata parteciperà alla competizione tra i migliori 180 dipartimenti universitari d’Italia per accaparrarsi le risorse del Fondo premiale da 1,3 miliardi di euro, ripartiti in tranche da 271 milioni di euro annui per i prossimi cinque anni, e questo la dice lunga sulla qualità della ricerca che in questi anni è stata intrapresa nel nostro ateneo”.

Ma la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, al termine della riunione congiunta della seconda e quarta commissione permanente del Consiglio regionale della Basilicata (svolta stamattina a Potenza) ha dichiarato:

“L’Università della Basilicata è un bene comune, un patrimonio di tutti i lucani, senza il quale questa regione e i suoi tantissimi giovani che la frequentano, andrebbero incontro a un futuro ancora più difficile e oscuro: dobbiamo difendere il nostro Ateneo con ogni mezzo economico e morale, altrimenti saremo costretti a sperimentare il destino della Basilicata senza la sua università”.

La Rettrice è intervenuta per illustrare i dati sull’Unibas, nell’ambito della discussione sulla legge regionale del 2006 per il “Sostegno all’Università degli Studi della Basilicata per la promozione di uno sviluppo regionale di qualità – Attuazione Piano dodecennale 2013-2024- Approvazione Accordo di Programma 2016-2018”.

Per la Rettrice:

“Ogni classifica, che periodicamente esamina i dati sugli Atenei italiani, è sicuramente rispettabile e rappresenta un quadro su cui riflettere per migliorare le criticità e rafforzare le azioni positive: ma questi dati, dal Censis al Sole 24 Ore ai Dipartimenti di eccellenza, devono essere sempre verificati, interpretati e pesati rispetto al contesto in cui un Ateneo opera.

I dati che ho portato in commissione parlano chiaro: nonostante la riduzione costante dei finanziamenti pubblici, abbiamo un Ateneo sano che produce una forte ricaduta economica sul territorio, che è in grado di progettare nuove proposte culturali, che partecipa a reti di eccellenza, che fornisce didattica ricerca e innovazione di qualità e consolida il suo ruolo di motore di sviluppo per questa regione, con l’impegno e la dedizione di tutta la comunità universitaria”.

La Rettrice ha aggiunto:

“L’Ateneo lucano, negli ultimi anni, ha subito pesanti tagli dal ministero, e dal 2008 il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) – ovvero il finanziamento statale che costituisce la principale fonte di entrata per le università italiane – si è ridotto di più del 17%: la sopravvivenza dell’Unibas è quindi legata al sostegno della Regione Basilicata, e non siamo l’unico Ateneo ad avere un sostegno regionale.

I fondi non vengono erogati con puntualità, abbiamo dovuto far fronte ai ritardi con immense difficoltà: aspettiamo di ricevere ancora 23 milioni di euro dei precedenti accordi anni, cui si aggiungono i 15 milioni per la prima metà del triennio in corso, che potranno essere erogati solo alla fine del processo di approvazione del documento triennale. Parliamo quindi di un ‘deficit’ che avrebbe creato problemi a qualsiasi istituzione delle nostre dimensioni”.

La Rettrice ha ricordato poi che negli ultimi due anni le immatricolazioni sono cresciute (in media del 3% l’anno) e che “abbiamo una buona attrattività, con il 22% degli iscritti che proviene da fuori regione, “sfatando quindi il mito di un’Unibas che non richiama studenti da altri territori“.

Nonostante la crisi “non abbiamo aumentato le tasse, perché i nostri studenti appartengono in maggioranza a fasce economiche deboli o in difficoltà: al contrario, abbiamo una ‘no tax area’ immutata e strumenti di sostegno per gli studenti meritevoli, e garantiamo una borsa aggiuntiva a chi va in Erasmus, per permettere a tutti di vivere un’esperienza all’estero fondamentale, incrementando del 18% rispetto allo scorso anno il numero di studenti in mobilità”.

È altrettanto falso il “mito” di un’Università che produce disoccupati, in quanto i dati sull’occupazione dei laureati Unibas, secondo Almalaurea, sono in linea a quelli della media nazionale (che raggruppa tutti gli Atenei italiani, anche quelli più grandi e in aree economicamente forti), e “i nostri studenti, sempre secondo Almalaurea, sono soddisfatti dell’offerta didattica, delle strutture e dei docenti, con un livello superiore alla media nazionale”.

L’Unibas ha anche in campo “un centinaio di progetti internazionali, è impegnata nella realizzazione di nuovi corsi di studio che rispecchiano la domanda del mercato del lavoro e continua ad allargare la ‘rete’ internazionale e quella dei rapporti con le aziende”.

Esaminare “lo stato di salute” dell’Unibas, quindi, è per la Rettrice:

“Sicuramente importante per migliorare quotidianamente il nostro lavoro e ogni confronto costruttivo è sempre bene accetto ma invito tutti a conoscere meglio la nostra realtà e a interpretare i dati che vengono pubblicati nelle varie classifiche integrandoli con tutti i dati di contesto necessari, le risorse disponibili e la dimensione dell’ateneo, e a valutare tutto questo in relazione a ciò che l’università continua a garantire a questo territorio”.

La Basilicata è la regione che cresce più velocemente tra quelle del sud:

“Questo ci dicono la Svimez e la Banca d’Italia e io penso che il nostro ateneo contribuisca appieno a questa crescita”.

Ha concluso Sole che al G7 delle Università, che si è svolto recentemente a Udine:

“Ho parlato proprio del ruolo delle Università nello sviluppo nel rilancio economico delle aree interne, come dimostrato da un recente studio, pubblicato a Novembre 2016, di Anna Valero della London School of Economics, e di John van Reenen del Mit Economics di Boston, dal titolo ‘Come gli Atenei stimolano la crescita economica’: gli autori dimostrano come la nascita di un Ateneo sia essenziale per il progresso economico e sociale di un territorio con conseguente incremento sul reddito stimato mediamente nello 0,4%”.

Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con le parole della Rettrice?