Tra 8 mesi, ovvero a Gennaio 2020, ci sarà l’aumento dell’Iva per tutti?
In base a quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Tria in assenza di altre soluzioni lo scatto delle aliquote sembrerebbe essere inevitabile.
Il vicepremier Di Maio è intervenuto per gettare acqua sul fuoco ma la possibilità che da Gennaio l’aliquota ordinaria passi dal 22 al 25,2%, con quella ridotta che invece dal 10% salirebbe al 13%, è un’ipotesi che preoccupa i cittadini.
Entro fine anno vanno trovati quindi ben 23 Miliardi di euro, altrimenti questa manovra si abbatterà su tutti andando a colpire, come spesso succede, le imprese e le famiglie (già soggette ad una tassazione che risulta tre le più alte d’Europa).
Uno studio della Cgia di Mestre ha messo in evidenza come un eventuale “baratto” tra l’aumento dell’Iva e una diminuzione dell’Irpef (provocata dall’introduzione della Flat Tax) sarebbe una “manovra” sconveniente per la maggior parte dei cittadini.
A quantificare il “problema” ci ha pensato Confesercenti che, in una nota, ha spiegato quali potrebbero essere gli effetti sull’economia italiana nel caso in cui scattassero le temutissime clausole di salvaguardia:
“L’aumento delle aliquote Iva sarebbe una stangata da quasi 28 miliardi di euro su imprese e famiglie, per le quali il conto sarebbe di 687 euro l’anno in più a parità di consumi.
Una batosta abbastanza forte da annullare del tutto le misure di espansione del reddito adottate dal governo”.
Secondo l’associazione di categoria che rappresenta le imprese italiane del commercio, l’aumento dell’Iva si tramuterebbe in un enorme problema sui consumi e di conseguenza sul Prodotto Interno Lordo:
“Considerando l’importanza dei consumi per la nostra economia, preservare il potere d’acquisto delle famiglie è un passaggio necessario per rafforzare le prospettive di crescita.
Gli aumenti previsti dalle clausole, secondo le stime Cer per Confesercenti, provocherebbero nel prossimo biennio una riduzione di 10 miliardi della spesa delle famiglie.
Una mannaia sui consumi e quindi sul Pil, che aggraverebbe le già deboli condizioni di salute della nostra economia”.
Confesercenti evidenzia anche che:
“Esponenti del governo e della maggioranza hanno assicurato che gli aumenti anche se incorporati nel Def, non ci saranno.
Bene, anche se c’è da chiedersi a questo punto se il meccanismo del Def non sia diventato un generatore di incertezza visto che, probabilmente, sapremo come andrà a finire solo in autunno con la Nota di aggiornamento”.
Proprio per evitare tutto questo alle famiglie italiane Confesercenti chiede al Governo di chiarire la situazione e di rendere ufficiale il blocco delle clausole:
“Per questo, chiediamo di mettere nero su bianco subito la cancellazione delle clausole.
Procedendo, allo stesso tempo ad un piano rigoroso per reperire le risorse da una spending review più incisiva, da un maggiore e più efficiente contrasto all’evasione, da una Web Tax che faccia pagare il giusto a chi opera sul mercato italiano, così come dalla lotta all’abusivismo e alla contraffazione, buchi neri che sottraggono miliardi di risorse al mercato legale e al fisco.
Il passo successivo deve essere progettare un graduale – e certo – percorso di riforma dell’Irpef.
L’introduzione della flat tax ad aliquote Iva invariate sarebbe un passo decisivo in questa direzione: se considerate nel loro insieme, infatti la riduzione dell’Irpef e il non aumento dell’Iva potrebbero incrementare di 10 miliardi la variazione annua dei consumi.
Ciò consentirebbe di riportare l’incremento del Pil al di sopra dell’1%: una soglia che oggi appare lontana, ma che rappresenta un obiettivo minimo se davvero si vogliono restituire prospettive alla nostra economia”.
Nel corso degli ultimi mesi i due vicepremier Di Maio e Salvini hanno assicurato che le clausole di salvaguardia non sarebbero scattate (si eviterebbe così il temuto aumento dell’Iva).
Nei giorni scorsi invece le dichiarazioni del ministro Tria hanno riacceso il dibattito in quanto:
“Lo scenario tendenziale del Documento di Economia e Finanza incorpora i rialzi dell’Iva e delle accise”.
Frasi che non sono di certo passate inosservate e su cui si è espresso Luigi Di Maio, a margine dell’Assemblea dei presidenti delle Camere di Commercio di Unioncamere:
“Spero che il ministro Tria sia stato frainteso. Noi lavoriamo con la Lega e con i Viceministri Castelli e Garavaglia”.
E voi cosa ne pensate?
Si riusciranno a trovare 23 Miliardi di euro entro fine anno o l’aumento dell’IVA e delle accise è ormai inevitabile?