“Contrastare in modo più efficace il degrado urbano e rafforzare la sicurezza delle città affiancando le ordinanze prefettizie agli strumenti previsti dal decreto sicurezza.”
Sono queste alcune delle indicazioni contenute nella direttiva inviata da Matteo Salvini a tutti i Prefetti.
Viene chiesto di convocare i Comitati provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica nell’ambito dei quali:
“dovrà essere avviata una disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano”.
Nella direttiva si legge che:
“L’esperienza nei territori ha evidenziato l’esigenza di intervenire con mezzi ulteriori ogni qual volta emerga la necessità di un’azione di sistematico ‘disturbo’ di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale.
Le ordinanze prefettizie devono dunque essere funzionali a potenziare l’azione di contrasto al radicamento di fenomenologie di illegalità e di degrado che attentano alla piena e civile fruibilità di specifici contesti cittadini.
L’invito è quello dunque di seguire l’esempio di alcune città (come ad esempio Bologna e Firenze) dove i Prefetti hanno emesso provvedimenti che:
“vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l’allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l’esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali”.
In sostanza si tratta quindi di vere e proprie “zone rosse” in cui è vietato l’accesso a determinati soggetti.
La convocazione dei Comitati per l’ordine Pubblico è funzionale ad individuare le zone di maggior degrado.
Un’analisi che dovrà essere svolta con “la massima celerità” in modo da mettere in campo “una complessiva strategia di intervento”.
La direttiva dice anche che:
I risultati dell’attività dei Comitati dovranno essere comunicati “tempestivamente” al gabinetto del ministro, “segnalando mediante una articolata relazione i provvedimenti adottati”, mentre a partire da giugno ogni 3 mesi i prefetti dovranno inviare al Viminale un report trimestrale “sul monitoraggio condotto in relazione alle ricadute delle ordinanze adottate”.
Arriva poi anche una precisazione:
“La circolare sulle zone rosse richiama il potere di ordinanza del Prefetto già previsto dal Tulps (Testo unico legge di pubblica sicurezza).
L’esercizio di tale potere si affianca a quelli riconosciuti al sindaco in tema di contrasto al degrado urbano e alla illegalità diffusa.
In tale direzione costituisce uno strumento operativo da adottare in via straordinaria per un immediato impatto su specifiche aree cittadine, fatte salve tutte le iniziative che intendano assumere i primi cittadini.
Sorprende che alcuni sindaci di centrosinistra fingano di non saperlo, sfruttando l’occasione per alimentare una polemica col ministro dell’Interno”.
Cosa ne pensate?
Siede d’accordo con la direttiva inviata da Salvini ai Prefetti per contrastare in modo più efficace il degrado urbano e rafforzare la sicurezza delle città?