“I lavoratori addetti agli impianti di depurazione degli ambiti 9,14 e 15 dell’Acquedotto Lucano situati in provincia di Matera e gestiti dall’azienda Entei, oramai stanchi dei continui ritardi nel pagamento degli stipendi – ad oggi non hanno ancora percepito lo stipendio del mese di marzo – hanno dato mandato alle scriventi federazioni di categoria di proclamare lo sciopero”.
Lo annunciano in una nota Fp-Cgil e Fiom-Cgil:
“La situazione si è fatta insostenibile e non ci è dato conoscere quali siano le motivazioni alla base del sistematico ritardo nel pagamento degli stipendi.
Se ciò sia dovuto a problematiche aziendali oppure ai ritardi con l’Acquedotto Lucano, ente appaltante, che procede a liquidare le fatture all’azienda che gestisce gli impianti di depurazione.
Quello che è certo, è che le aziende cambiano ma i ritardi continuano e a farne le spese sono i lavoratori.
È appena il caso di ricordare che stiamo parlando di lavoratori che vivono del loro salario, quasi tutti monoreddito e alcuni anche con contratti di lavoro part time.
Vivere quotidianamente una condizione di grave precarietà economica come quella appena descritta fa superare inevitabilmente la soglia di sopportazione.
Se Acquedotto Lucano non è in grado di vigilare e di pretendere dalle imprese che gestiscono gli impianti il rispetto dei contratti nazionali di lavoro, allora proceda all’internalizzazione del servizio e gestisca direttamente gli impianti.
Una soluzione che oltre a risolvere i problemi dei lavoratori permetterebbe una sistematizzazione di un settore che conta sull’intero territorio regionale oltre un centinaio di impianti di depurazione in buona parte appaltati a imprese e società esercenti servizi ambientali.
Una frammentazione che provoca continue fibrillazioni e che finisce inevitabilmente per penalizzare l’intera collettività lucana oltre che i lavoratori addetti, visti anche gli ultimi fatti che hanno interessato questo settore.
Per tutte queste ragioni è stato indetto uno sciopero di 24 ore nella giornata di lunedì 13 maggio 2019.
Per senso di responsabilità abbiamo anche rivolto un appello al Prefetto di Matera affinché convochi una riunione con tutte le parti interessate per trovare una soluzione definitiva che dia certezze ai lavoratori”.