Il comitato direttivo regionale Basilicata della Fiom-Cgil, in una nota, annuncia l’approvazione di un ordine del giorno sulla vertenza Ferrosud di Matera:
“Le iniziative di lotta che oggi vedono coinvolti tutti i lavoratori in presidio davanti lo stabilimento, sono importanti e necessarie.
Inaccettabile è da ritenersi lo svuotamento dell’impianto e la trasformazione dell’azienda da fabbrica di vagoni ferroviari a fornitrice di mano d’opera per appalti lontani dalla regione.
È indispensabile che l’azienda presenti piani industriali che diano risposte sul mantenimento delle produzioni nella regione e per la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Altrettanto importante è il ruolo della regione Basilicata per l’avanzamento di tale vertenza, che dovrà farsi promotore su tavoli istituzionali nazionali per dare garanzie a tutti i lavoratori di Ferrosud.
Il direttivo sosterrà tutte le ulteriori iniziative sindacali necessarie atte alla risoluzione di questa difficile vertenza”.
Il consigliere regionale del M5s, Gianni Perrino, sostiene:
“Sono ore drammatiche per gli operai della Ferrosud di Matera che stanno scioperando per avere garanzie sul futuro dell’azienda materana.
Nonostante l’esperienza e il know-how quarantennale nel settore della produzione materiale rotabile ferroviario, dal 2010 l’azienda si dibatte con una situazione davvero critica sfociata anche in un concordato preventivo che, però, non ha portato i risultati attesi.
L’attuale management facente capo al gruppo Mancini non sembra essere in grado di offrire risposte concrete sul futuro dei circa 80 lavoratori.
La difficile situazione del gruppo pare aver frenato anche le interlocuzioni che si sono tenute nelle scorse settimane al ministero dello sviluppo economico: attualmente le uniche prospettive occupazionali che si intravedono comporterebbero lo spostamento dei lavoratori in altri stabilimenti del gruppo e una sostanziale destinazione dello stabilimento materano ad impianto di demolizione.
Da stigmatizzare, poi, il comportamento del management dell’azienda che, secondo quanto denunciato dalle Oo.Ss., parrebbe aver paventato il mancato pagamento delle indennità di trasferta e il vitto a chi ha aderito allo sciopero e che, attualmente, si trova a centinaia di chilometri di distanza dal proprio luogo di residenza.
Crediamo che si debbano mettere in campo tutte le forze necessarie per ridare lustro e rilanciare un sito produttivo che ha fatto la storia della produzione industriale del materano, anche facendo ricorso alle agevolazioni offerte dall’implementazione della Z.e.s. jonica appena istituita”.