Se da un lato i lucani possono stare tranquilli perché, come sottolineato ieri dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), le uova prodotte in Basilicata non sono contaminate dall’insetticida fipronil, diversa è la situazione per le strutture lucane che hanno importato il prodotto contaminato da altre regioni.
È successo anche in provincia di Matera, precisamente a Pisticci, dove ben 12 chili di uova contaminate sono state vendute ad un villaggio turistico e ad un agriturismo.
La merce è stata acquistata da un grossista calabrese che a sua volta l’aveva ritirata da uno stabilimento di Cesena che vende i prodotti non a supermercati ma a strutture ricettive (che le utilizzano maggiormente per la preparazione di dolci).
La partita di uova contaminate consegnata in Basilicata all’inizio di Agosto riportava come data di scadenza il 24 Agosto ma l’allerta è arrivata solo il 25 Agosto, troppo tardi per procedere al sequestro.